L’utile della banca sale L’obiettivo è il miliardo
L’obiettivo del miliardo e 117 milioni di euro. Positivo anche il rimbalzo del margine di interesse
L’obiettivo per il 2020 è un utile di 1 miliardo e 117 milioni. E «l’insieme dei risultati dei primi nove mesi dell’anno conferma la fattibilità del piano industriale 2020», secondo l’ad di Ubi Banca Victor Massiah. Intanto i tre nuovi innesti, Carichieti, Banca Marche e Etruria, viaggiano verso il pareggio.
È racchiuso in una semplice frase («L’insieme dei risultati conferma la fattibilità del piano industriale 2020») il valore dei conti di Ubi dei primi nove mesi dell’anno. Come dire. L’utile ricorrente fatto segnare, pari a 167,3 milioni di euro e con perdite di 22,9 milioni imputabili alle tre banche — in un bilancio che dal primo aprile comprende tutte le variabili del caso, con o senza i bilanci delle tre ex bridge — sono uno step per arrivare lassù. Sulla vetta del miliardo e 117 milioni di utile tra tre anni. È lì che andrà piantata la bandierina. Un’ascesa in cui le varie trimestrali che si succederanno possono essere considerate dei «campi base», con elementi finanziari e gestionali su cui affrancarsi man mano. A cominciare proprio dalla dinamicità operativa che i tre nuovi innesti (Chiesti, Marche e Etruria) apporteranno.
«I tre istituti stanno raggiungendo molto più velocemente di quanto atteso il punto di break even. Anzi — si compiace l’ad, Victor Massiah — Carichieti l’ha già raggiunto, le altre due ci arriveranno per l’anno prossimo». Le componenti della banca, la «macchina di Ubi» come la definisce Massiah e la comprensibile voglia di «rivalsa» dei nuovi dipendenti, hanno inquadrato un’integrazione fatta in tempi brevi, con uno stato attuale di «fine tuning», cioè tendente alla sintonizzazione delle componenti: clienti, dipendenti e processi. Un grande cantiere, insomma, quello della banca unica che, secondo l’ad, non ha distratto la componente commerciale di Ubi: «Non abbiamo perso quote di mercato, in alcune situazioni ne abbiamo guadagnate».
Il guadagno, o meglio il segno «più», si trova anche in uno degli aspetti rilevanti della trimestrale: il rimbalzo del margine di interesse. Si fissa a 402 milioni (+1,1%) in incremento sia in Ubi solitaria, sia nelle tre banche acquisite. Un rimbalzino, «ma estremamente simbolico dopo tanti trimestri in discesa — evidenzia ancora Massiah — in questo ambito le nuove banche stanno vedendo un apprezzamento del costo della liquidità». Questo significa che i tassi pagati dai clienti delle tre banche sui risparmi sono stati più bassi rispetto a quelli corrisposti precedentemente. Le commissioni nette si attestano a 389,8 milioni (in flessione causa periodo estivo) mentre si limano ancora, -0,8% i costi operativi a 631,3 milioni. Cresce la patrimonializzazione e il mercato non disdegna: +0,20% e chiusura del titolo a 4,008.