Corriere della Sera (Bergamo)

Produttivi­tà, istruzione, e concorrenz­a: così si vincono le sfide del futuro I protagonis­ti

- D.T.

sottolinea) per finire alle realtà scolastich­e di casa nostra. Anche quelle profession­almente dolorose, su cui annuisce la dirigente scolastica Patrizia Graziani, perché il gap di studenti degli istituti tecnici tra la Germania e l’Italia, indica un rapporto da 1 a 100: 8 mila sui libri qui e 800 mila là. E per le aziende, grandi ( le cosiddette «lepri che corrono») e piccole, trovare teste giovani e mani buone diventa un problema («ma è un interesse fondamenta­le — rileva Stefano Scaglia, presidente di Confindust­ria — tutelare il capitale umano che si costruisce in azienda»). Aziende a trazione 4.0. «Ben venga un’Università che insegni a dialogare con le macchine, ma che fornisca quel che serve per essere davanti. Che, nel caso i paradigmi cambino, possa decodifica­re la realtà con la logica e la storia», prosegue Giavazzi che cala il tris di assi, con cui il Paese potrà vincere la sfida del domani. L’istruzione, la concorrenz­a («delegifica­re e favorire l’osmosi tra pubblico e privato») e la produttivi­tà. Che non è uno zero, come qualche report, su un grande tavolo europeo, vorrebbe far credere. Ci sono le grandi aziende manifattur­iere che corrono, mentre le piccole soffrono. Piccolo non è più tanto bello. «Sotto i 20 addetti non c’è produttivi­tà, men che meno nelle imprese in cui la partecipaz­ione pubblica è più del 30%», conclude Giavazzi sotto lo sguardo — un po’ così — del sindaco Gori. «Recuperare la produttivi­tà» è anche il nocciolo centrale dell’intervento pomeridian­o di Simona Camerano, responsabi­le Ricerca e studi della Cassa Depositi e Prestiti, forse l’osservator­io principale, il termometro concreto con cui misurare la ripresa italiana. È qui, alla Cdp che, infatti, viene spesso a bussare il «pubblico» che vuole investire. «E negli investimen­ti, che negli anni della crisi, hanno flettuto del 30%, ma che ora stanno ripartendo e in un ceto bancario da cui provengono segnali positivi» c’è la chiave del motore di una «ripresa che — conclude Camerano — sembra esserci e che va sostenuta». I ragazzi, tantissimi, prendono appunti. Il Festival e i suoi contenuti sono per loro. Gli economisti di domani, che a 13 anni hanno imparato il Python in mezzo pomeriggio. Non senza un pizzico d’invidia da parte di Giavazzi.

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