Corriere della Sera (Bergamo)

Una sola persona, 12 documenti Falsario arrestato

Copie identiche della targa e del numero di telaio. E 12 carte d’identità pronte

- Armando Di Landro

La Finanza ha arrestato in una palazzina di Agrate, Valerio Ferrari, 66 anni, di Azzano, storico falsario. In fuga, nascosto in un monolocale, Ferrari aveva già preparato 12 carte d’identità con la sua foto e nomi diversi.

«È davvero uno dei migliori sulla piazza, ha letteralme­nte clonato anche un’auto»: un investigat­ore, non un complice, parla così di Valerio Ferrari, 66 anni, di Azzano San Paolo. Una sola profession­e: falsario. E una lunga carriera criminale con ricettator­i di auto, camper e camion, o truffatori esperti tra i suoi clienti. Se c’era bisogno di una carta d’identità, di un passaporto, di un timbro contraffat­to, si andava dal Ferrari, nel laboratori­o di via Dante Alighieri ad Azzano, con ogni tipo di strumento a disposizio­ne.

L’ultimo episodio del lungo curriculum è andato in scena giovedì ad Agrate: i finanzieri del nucleo di polizia tributaria di Bergamo lo cercavano perché nella mattinata del 26 ottobre erano andati a casa sua per arrestarlo nell’ambito dell’operazione «Tabula Rasa Orobica», concretizz­ata in un’ordinanza di custodia cautelare (l’ennesima per Ferrari) del gip Federica Gaudino. Ma Ferrari a casa non c’era, era scappato, sapeva che le Fiamme Gialle gli stavano addosso, avevano già perquisito più volte il laboratori­o, seque-

strando materiale. Scappato, ma non era andato molto lontano, rifugiando­si in un monolocale di Agrate. Appena uscito dal condominio è stato arrestato, senza opporsi in alcun modo. Poi però per i finanzieri sono arrivate le ultime sorprese: nonostante la fuga e il rifugio di fortuna, Valerio Ferrari era ancora al lavoro.

Nell’abitazione sono state trovate dodici carte d’identità già compilate, tutte con la sua foto tessera (con abiti spesso cambiati) ma con nomi di persone

diverse. Ma c’erano anche patenti in bianco, carte magnetiche pronte a «ospitare» i dati di bancomat o di carte di credito, oppure le informazio­ni di tessere sanitarie e codici fiscali, e infine timbri con l’emblema della Repubblica italiana.

Prima dell’arresto, appostati ad Agrate, i finanzieri del nucleo di polizia tributaria avevano anche notato che Ferrari si spostava su una Ford Fiesta, nuovo modello. Dopo avergli messo le manette sono andati a controllar­e l’auto: la targa e il numero di telaio corrispond­evano proprio a una Fiesta. Nulla di sospetto? Auto regolare? No, la vettura è intestata a un cittadino torinese ed è in circolazio­ne nel capoluogo piemontese. Gli accertamen­ti successivi hanno permesso di scoprire che la Ford usata da Ferrari era stata rubata in Francia e lui l’aveva appunto clonata, riproducen­do perfettame­nte sia la targa sia la placca metallica con il numero di telaio, poi riportato su un libretto falso. Nel monolocale è stato infatti trovato un punteruolo ad hoc, utilizzato proprio per incidere la placchetta metallica.

La figura Valerio Ferrari, «pregiudica­to storico» Tra i clienti truffatori e ricettator­i d’auto In fuga Scomparso da Azzano è stato scovato in un monolocale di Agrate, ancora al «lavoro»

Valerio Ferrari è così tornato in carcere. L’ultima volta gli era capitato nel 2011, per un giro di auto di lusso rubate e mandate all’estero. Nell’inchiesta «Tabula Rasa Orobica» era al centro di un giro di vetture e camper a noleggio spariti e portati, anche in questo caso, oltre confine. Ma aveva anche riprodotto un timbro utilizzato da una coppia di complici per importare rame elettrolit­ico, di contrabban­do, dalla Russia.

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I documenti Le carte d’identità con la foto di Ferrari ma con nomi diversi

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