Maxi furto a Mediamarket, fuga in A4
La logistica del colpo è stata studiata nei dettagli. Grazie alle immagini satellitari, a portata di smartphone, alla banda di ladri è bastato poco, probabilmente, per vedere che i due capannoni di Grassobbio utilizzati da Mediamarket (società proprietaria di Media World) confinano con l’A4 e sono separati dalle carreggiate autostradali solo da una rete. Nessuna particolare barriera. Così, dopo aver ripulito smartphone e tablet dagli scaffali di uno dei due depositi, hanno raggiunto un complice fermo sulla vicina piazzola di sosta in direzione Venezia-Trieste e sono scappati, con una refurtiva che si aggirerebbe attorno ai 200 mila euro (ma l’ammontare esatto non è ancora stato comunicato ai carabinieri, che indagano sul caso). Ore 21.50 di lunedì. Il gruppo di malviventi riesce ad aprire il cancello di via Azzano 34, che dà accesso all’area dell’ Intertra-sport e poi, sul retro, a quella dei due capannoni affittati da Mediamarket.
La società li utilizza per lo stoccaggio della merce da vendere online. Il gruppo entra con un pick up Mitsubishi L 200, rubato la notte prima a Mantova. Viene utilizzato per sfondare il portone di uno dei due capannoni. Le telecamere installate dall’azienda riprendono la scena. In azione almeno sei persone a volto coperto. Entrano nello stabile, ognuno ha un borsone in mano in cui infila di fretta smartphone e tablet, presi dagli scaffali: Samsung e Apple in particolare, le marche più vendute. L’allarme suona, i ladri proseguono imperterriti per almeno un minuto, la fuga è già perfettamente programmata. Escono dal capannone e anche dal campo delle telecamere. Ma per i carabinieri, chiamati poco dopo da Mediamarket, la ricostruzione è immediata: la rete che separa l’area esterna al deposito dall’A4 è stata abbassata, evidentemente calpestata. Oltre c’è una piazzola di sosta dell’autostrada, dove probabilmente un complice aspettava il resto del gruppo. È il secondo furto di merce che sarebbe stata destinata alle vendite online, in poco più di 20 giorni. Un altro colpo era stato messo a segno nella notte del 23 ottobre. (a.d.l.)