Renzi in treno da Gori «Maroni si preoccupi»
Il leader del Pd visita il data center di Aruba e lancia il sindaco
Matteo Renzi arriva in treno a Ponte San Pietro per visitare il nuovo data center di Aruba e scherza con tutti. Perde la battuta solo quando gli si chiede delle alleanze. E sul sindaco Giorgio Gori in corsa per la Regione dice: «È il miglior candidato».
Il consenso di Giorgio Gori: «Qui è già al 99%, impegniamoci anche per quell’1% che manca». La nuova enorme sede di Aruba: «Solo i bergamaschi avrebbero potuto costruirla in un anno e mezzo». La sua forma fisica: «Sono ingrassato di nuovo, non faccio più la bicicletta, gioco a tennis». Matteo Renzi perde la battuta solo quando gli si chiede delle alleanze. Riuscirà Gori a costruire una coalizione con, anche, la sinistra per le Regionali? «No, no, ragazzi — risponde ai giornalisti —, non gettiamo addosso a Giorgio i problemi che abbiamo a livello nazionale».
Il segretario del Pd transita in provincia con il suo treno per il tour «Destinazione Italia». Destinazione Ponte San Pietro, non Bergamo. L’unica tappa è appunto al nuovo data center di Aruba, nel capoluogo l’intercity renziano (con locomotori del Freccia Bianca) passa rallentando alla stazione, senza però fermarsi. «Abbiamo scelto mete e temi diversi dal solito — dice Renzi —, tanto sociale e tanta innovazione». Per il sociale vale la visita mattutina all’Anffas di Brescia, associazione che si occupa di ragazzi disabili. «La scelta di Aruba, in una provincia storicamente manifatturiera, significa guardare al futuro. Qui una volta c’era una grande fabbrica tessile, oggi il più grande data center d’Italia, un business in cui crediamo molto. Il messaggio è: quando ci sono le idee, la gente va avanti», spiega Renzi.
Il leader democratico è molto meno disponibile a entrare «in modalità intervista», come dice ridendo di fronte allo schieramento di giornalisti che lo segue e lo aspetta. Sul suo treno, la stampa è comodamente relegata in un vagone riservato, dal quale però è vietato passare alla carrozza numero 2, quella in cui Renzi ha la sua base, con ufficio e sala riunioni. Durante il viaggio da Brescia, è inavvicinabile per tutti, anche per la delegazione bergamasca formata dal segretario provinciale Gabriele Riva, quello cittadino Federico Pedersoli, l’assessore Leyla Ciagà e il presidente della Provincia Matteo Rossi, nonché il capocordata Raffaello Teani, responsabile organizzativo del partito. Gli unici invitati a fare un giro nello scompartimento del segretario sono i giovanissimi che, per seguirlo, hanno saltato un giorno di scuola. Ragazzi di 14 o 16 anni, come Nicolò Ghisleni e Marco Beretta, provenienti da Calusco e Terno d’Isola. «Ci ha chiesto cosa ci piace di più e cosa ci piace di meno del Pd», raccontano ancora piuttosto emozionati per l’incontro ravvicinato con Renzi. E cosa gli piace del Pd? «Il segretario», dice Nicolò, che tra qualche anno potrà dare il suo voto, per ora ci mette l’entusiasmo da fan. «Invece non ci piacciono le divisioni interne», dicono con matura autocritica. Toccando un evidente nervo scoperto, tanto appunto che Renzi quando sente parlare del lavoro da fare per ricucire con la sinistra, preferisce chiudere le comunicazioni.
Di Gori invece parla volentieri. Lo stuzzica come ha sempre fatto, come si fa con un fratello maggiore un po’ secchione: «Ah, lui è sempre in forma perfetta». La battuta sul 99%, che immediatamente scatena il sarcasmo degli avversari («dati i precedenti delle recenti gufate dell’ex premier», dice il leghista Roberto Calderoli). Poi, quando si fa serio: «Quella di Gori è la miglior candidatura possibile per la Lombardia, se fossi in Roberto Maroni mi preoccuperei — dice Renzi —. Basta vedere come ha governato Bergamo. Lasciategli fare la campagna senza piombargli addosso le vicende nazionali. Speriamo comunque che sia un’alleanza più ampia possibile». Saluta, torna a prendere il suo treno — che nel trambusto generale lascia a piedi uno degli addetti di bordo — e attraversa di nuovo la provincia bergamasca, direzione Milano Lambrate.
Viaggio blindato Sul treno il segretario incontra solo i più giovani: «Ci ha chiesto cosa non va nel Pd» La scelta di Aruba, in una provincia storicamente manifatturiera come quella bergamasca, significa guardare al futuro Matteo
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