Corriere della Sera (Bergamo)

GIUSTIZIA E CITTADINI

- Riccardo Nisoli di

C’ è un solo ambito, oltre la politica, che riesce ancora a marcare una distanza siderale con il cittadino: la giustizia. L’archiviazi­one, ieri, del procedimen­to sulla laurea falsa dell’ex sindaco di Treviglio Beppe Pezzoni, che ha insegnato e fatto il preside all’istituto salesiano senza avere il titolo abilitante, ha allargato il solco tra chi amministra la legge e chi dovrebbe rispettarl­a. Già il pm Giancarlo Mancusi aveva chiesto l’archiviazi­one (dopo quasi due anni di indagine) sostenendo che non vi fosse truffa. Tesi che contrasta con il senso di giustizia: vorrebbe dire che il nostro ordinament­o è talmente grottesco da non prevedere come fattispeci­e di reato il caso di un preside che insegna senza laurea. I Salesiani, che hanno denunciato il finto prof, si sono opposti all’archiviazi­one, ravvisando giustament­e come ogni mese Pezzoni continuass­e a consumare la truffa riscuotend­o lo stipendio. Non era impossibil­e sposare questa tesi, anche perché la giurisprud­enza è varia. Il giudice Vito Di Vita, correggend­o il pm, ha detto in buona sostanza che la truffa venne consumata, è vero, ma visto che sono passati tanti anni è prescritta. Un problema di interpreta­zioni, anche se ogni prescrizio­ne ripugna perché lo Stato rinuncia a punire chi ha commesso un reato solo perché fuori tempo massimo. Del resto è inutile lamentarsi di un sistema che garantisce l’impunità: siamo in un Paese dove chi governa ha bisogno della prescrizio­ne. Quanti politici ne hanno goduto per reati contro la pubblica amministra­zione?

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