GIUSTIZIA E CITTADINI
C’ è un solo ambito, oltre la politica, che riesce ancora a marcare una distanza siderale con il cittadino: la giustizia. L’archiviazione, ieri, del procedimento sulla laurea falsa dell’ex sindaco di Treviglio Beppe Pezzoni, che ha insegnato e fatto il preside all’istituto salesiano senza avere il titolo abilitante, ha allargato il solco tra chi amministra la legge e chi dovrebbe rispettarla. Già il pm Giancarlo Mancusi aveva chiesto l’archiviazione (dopo quasi due anni di indagine) sostenendo che non vi fosse truffa. Tesi che contrasta con il senso di giustizia: vorrebbe dire che il nostro ordinamento è talmente grottesco da non prevedere come fattispecie di reato il caso di un preside che insegna senza laurea. I Salesiani, che hanno denunciato il finto prof, si sono opposti all’archiviazione, ravvisando giustamente come ogni mese Pezzoni continuasse a consumare la truffa riscuotendo lo stipendio. Non era impossibile sposare questa tesi, anche perché la giurisprudenza è varia. Il giudice Vito Di Vita, correggendo il pm, ha detto in buona sostanza che la truffa venne consumata, è vero, ma visto che sono passati tanti anni è prescritta. Un problema di interpretazioni, anche se ogni prescrizione ripugna perché lo Stato rinuncia a punire chi ha commesso un reato solo perché fuori tempo massimo. Del resto è inutile lamentarsi di un sistema che garantisce l’impunità: siamo in un Paese dove chi governa ha bisogno della prescrizione. Quanti politici ne hanno goduto per reati contro la pubblica amministrazione?