Val Cavallina lumaca: 50 minuti per 9 km
Un nuovo comitato organizza la protesta
Sono solo 9 i chilometri tra Trescore e Casazza, ma per percorrerli negli orari di punta ci si impiegano anche 50 minuti. Lo sanno bene gli abitanti della Val Cavallina che li hanno calcolati. Si sono costituiti in un comitato che come prima iniziativa in strada, domani mattina, allestirà dei gazebo informativi in tre punti nevralgici per il traffico (la foto ieri a Casazza). Al semaforo di fronte alle terme di Trescore, a Casazza e a Borgo di Terzo. La Regione ha stanziato una parte di fondi per allungare la bretella che permette di bypassare tre chilometri di code. Il comitato pressa perché venga realizzata ma la variante non basta, sostiene, perché il problema si ripresenta nei tratti rimanenti. Il gruppo si propone di sensibilizzare anche un utilizzo alternativo dell’automobile, come il car pooling.
Il 24 ottobre sono serviti 52 minuti per coprire nove chilometri, venerdì 27 ne sono bastati 50, mentre martedì 31 le lancette si sono fermate sui tre quarti d’ora. Non sono i record di un podista (nemmeno troppo allenato), ma il tempo che gli automobilisti della Val Cavallina impiegano per passare da Trescore Balneario a Casazza. I tempi non cambiano se si percorre la strada statale 42 oppure se si sceglie la bretella che passa per Zandobbio.
Un’odissea irritante, soprattutto per chi è costretto a procedere in auto a passo d’uomo per raggiungere il posto lavoro e per tornare a casa dopo una giornata di fatiche, visto che le code si concentrano da anni su un tratto inesorabilmente bloccato dalle 7 alle 9 (verso Bergamo) e dalle 17.30 alle 19.30, in direzione opposta.
La situazione è già nota in Regione Lombardia tanto che, dopo aver inaugurato nel dicembre del 2012 la variante da San Paolo d’Argon a Trescore, il 17 ottobre scorso il Pirellone ha messo sul piatto parte dei 47 milioni di euro previsti dal «Patto per la Lombardia» e destinati alla provincia di Bergamo: i fondi serviranno per allungare la bretella da Trescore fino a Entratico, bypassando un tratto di tre chilometri. L’intervento, tuttavia, non risolverebbe il problema per chi vive nella media e alta Val Cavallina perché comunque si ritroverebbe di nuovo incolonnato immediatamente prima e dopo la bretella.
Per questo motivo l’11 ottobre scorso è stato fondato a Casazza il «Comitato della Statale 42 Val Cavallina»: oltre a premere per la prosecuzione della variante, gli scopi dell’associazione sono quelli di proporre una serie di interventi utili a fluidificare il tratto da Entratico a Borgo di Terzo dove, per ragioni morfologiche (la valle si stringe), difficilmente verrà mai realizzata una nuova strada. «In molti casi basterebbe l’allargamento della carreggiata di un metro — puntualizza Massimiliano Russo, uno dei promotori del comitato — in altri c’è la necessità di ristudiare alcune pensiline dei pullman o modificare un paio di immissioni».
Oltre che per un restyling della statale 42, il gruppo spinge per un utilizzo diverso dell’automobile, per forme alternative di trasporto e per maggiore attenzione ai problemi provocati dal traffico. Come incentivare l’utilizzo del sottopassaggio di Borgo di Terzo (a cui i cittadini preferiscono il semaforo a chiamata situato a 50 metri), sostenere il rilancio e la tutela della pista ciclabile della Val Cavallina e pianificare progetti di car pooling.
Il primo impegno del comitato sarà domenica 19 novembre. Nella mattinata saranno allestiti gazebo informativi in tre punti nevralgici del traffico: il semaforo di Zandobbio (di fronte alle Terme di Trescore Balneario), il centro di Borgo di Terzo e il semaforo di Casazza.