Uno sportello per le lavoratrici discriminate
Un servizio nato anche come conseguenza di quanto è accaduto al Bergamo Bistrò, il locale in viale Papa Giovanni XXIII dove a ottobre Fisascat Cisl Bergamo ha indetto uno sciopero di 20 giorni per «gli insulti continui alle dipendenti e le violenze subite da una di loro». Da oggi, accanto alla sede Cisl, è attivo «Forza fragile», lo sportello rivolto alle donne vittima di discriminazioni, molestie e violenze sul lavoro. Un ulteriore strumento di ascolto, che garantisce l’anonimato e guida la donna attraverso percorsi psicologici e, quando necessario, legali. La Fisascat, insieme alla consigliera di parità della Provincia Isabel Perletti, ha raccolto diverse storie. C’è Gloria (i nomi sono di fantasia), che rientrata al lavoro dopo una maternità, si è vista modificare la mansione e gli orari in modo incompatibile con gli impegni famigliari. C’è Francesca, che per ottenere il rinnovo del contratto è stata forzata ad accettare incontri sessuali con il datore di lavoro. «La disoccupazione e l’alta percentuale di part time rende le donne spesso molto fragili e ricattabili», commenta il segretario della Fisascat Alberto Citerio. A Bergamo, secondo i dati del sindacato, l’occupazione femminile è del 57,2% sul totale delle donne attive contro il 78,6% maschile. Più si sale di grado, meno si vedono donne, che ai piani dirigenziali sono solo il 6,5%, peggio che nella media regionale (9%). Tra commercio, turismo e pulizie le donne sono invece il 74% dei dipendenti e nei livelli a minore qualifica la quota femminile sfiora il 90%. Il sindacato fa alcune proposte, come quella di «inserire percorsi di educazione ai rapporti all’interno dei corsi di sicurezza sul lavoro», dice Terry Vavassori, segretaria Fisascat. «La violenza sessuale è la punta dell’iceberg — afferma Corinna Preda, delegata per la Fisascat Bergamo —. Parliamo anche di donne che lavorano in nero per non perdere il posto».