IL RILANCIO O LA RESA?
Suona strano, di questi tempi, parlare di «rilancio del centro piacentiniano». Tra la giostra dei bimbi incenerita per un cortocircuito (così pare) e la vetrina di Tiziana Fausti abbattuta da un’auto-ariete, lo spettacolo pre natalizio nel salotto buono è desolante. Se un rilancio esiste, è quello della malavita che usa il Quadriportico come un bancomat. I banditi hanno fatto razzia di capi firmati dieci minuti dopo la mezzanotte. Esattamente come il 22 giugno, quando rubarono, con la stessa tecnica, merce per 115 mila euro. Non un orario a caso: c’è il cambio della guardia in questura, tutto pianificato. Fa niente se per strada c’è ancora gente. I malviventi hanno agito a volto scoperto, indisturbati, mentre i passanti li riprendevano da lontano con il cellulare. E dopo? Il nulla. Volatilizzati. E pensare che giusto ieri si è saputo che la procura ha chiesto l’archiviazione per il primo colpo: niente indizi, hanno vinto i ladri. Ma mentre la magistratura alza bandiera bianca, loro rialzano la testa, tanto nessuno li può vedere: le telecamere del centro, se non sono rotte, inquadrano solo ombre, tanto sono vecchie. Da tempo il Comune ha promesso di sostituirle con quelle più potenti (a Treviglio hanno dato buoni frutti), ma a furia di intoppi e rinvii si è arrivati all’ennesima spaccata senza le immagini che servono agli investigatori. E sì che nella galleria (sempre più ricca, purtroppo) dei colpi andati a segno, l’unico risolto — quello da un milione di euro, nel 2015, alla gioielleria Curnis — è stato grazie a una telecamera. Forse è il caso di darsi una mossa.