La giostra in fiamme non era assicurata «Colpa di un guasto»
Molti dubbi sulle cause dolose, si pensa al surriscaldamento dell’impianto idraulico
Per venti Natali aveva portato momenti di gioia a tanti bambini. Alla vigilia del ventunesimo è arrivato l’ultimo giro per la storica giostra a cavalli di piazza Vittorio Veneto, devastata da un incendio. Gli inquirenti tendono a escludere le cause dolose, attribuendole secondo i primi riscontri a un possibile surriscaldamento dell’olio nell’impianto idraulico. I danni per la distruzione della giostra, che non era assicurata, ammonterebbero a mezzo milione di euro. È la valutazione dei proprietari: i Formaggia, membri di una dinastia di giostrai lecchese arrivati alla quarta generazione, sono però già pronti a sostituire la giostra bruciata con una nuova entro Santa Lucia.
È rimasto intatto solo un cavallino, a lanciare i suoi nitriti di legno in mezzo alla devastazione. Tutto il resto non esiste più: gli altri cavalli, le criniere argentate, le carrozze, i festoni dipinti, le decorazioni di plastica, sono ormai solo un ammasso contorto di lamiere scure davanti alle quali sbarrano gli occhi i passanti di piazza Vittorio Veneto. Dopo sessant’anni è arrivata all’ultimo giro l’«Antica giostra a cavalli», montata venerdì scorso e devastata dal furioso incendio di mercoledì sera.
La polizia locale e i vigili del fuoco non hanno ancora una referto finale sulle cause del rogo, ma tendono a escludere il dolo. In parte per l’ora: chi avesse voluto appiccare il fuoco a una struttura nel pieno centro cittadino non avrebbe scelto le 19.30, quando il Sentierone è ancora pieno di passanti e nel vicino viale ci sono auto in coda. Ma non è comunque stata trovata alcuna traccia che faccia pensare a un’origine esterna dell’incendio. L’ipotesi più probabile è quella di un surriscaldamento del fluido idraulico nel motore, che si trova nel sostegno centrale della giostra. In questi casi la combustione è lenta, e questo potrebbe spiegare perché il fuoco è divampato mezz’ora dopo lo spegnimento dell’impianto. Per esserne certi bisognerebbe smontare tutto il motore, e i pompieri si muoveranno solo su richiesta degli inquirenti o dei proprietari. Nel caso, si potrebbero esaminare le immagini delle tre telecamere della biglietteria, due delle quali coprono quasi tutto il perimetro della giostra. Per questo i vigili del fuoco hanno salvato per prima la piccola costruzione, che in- fatti ha come uniche conseguenze dell’incendio le luci sciolte e la saracinesca annerita. Sulla porta sfoggia ancora la data 1892. In quell’anno un falegname milanese si innamorò della bella giostraia che gli portava i cavalli di legno ad
aggiustare. Da loro è nata una dinastia di giostrai attiva in tutto il Nord Italia. Roberto Formaggia, sessantenne lecchese nipote del fondatore, ieri mattina si aggirava tra i rottami anneriti, cercando di farsi un’idea. «Non capisco cosa possa essere successo, di certo non ho problemi con nessuno quindi escluderei le cause dolose — racconta —. Mercoledì me ne sono andato alle 19.30, dopo venti minuti mi hanno chiamato dicendo che la giostra bruciava». Il danno è grosso: «Una giostra così costa mezzo milione. E non sono assicurato perché impianti vecchi come questi non te li assicura nessuno». Quella andata in fiamme ha sessant’anni, anche se è stata restaurata diverse volte. Ha bisogno di due camion per il trasporto e di due giorni per il montaggio. Sui suoi sessanta posti si sono seduti migliaia di bambini, a Bergamo per 21 volte a Natale.
«Di così vecchie in Italia ce n’erano solo tre, due delle quali nostre, poi c’è la ditta Lamborghini di Bergantino, a Rovigo, che ne fa di nuove — continua Formaggia —. Appena possibile porteremo qui l’altra, spero in tempo per Santa Lucia. Per me è sempre una grande gioia vedere i bambini che si divertono, qualche giorno fa è passato un gruppo di ragazzini disabili e ho fatto fare loro dei giri gratis. Ho anche degli stock di biglietti già venduti. Questa giostra era la mia vita e la storia della mia famiglia». Una storia che non è ancora finita: dietro la recinzione messa dai vigili ci sono due sue nipotine, che dopo avere guardato a lungo il rottame bruciato si abbracciano e scoppiano in lacrime.
Questa giostra era la mia vita e la storia della mia famiglia, per me è sempre una gioia vedere i bambini che si divertono
Roberto Formaggia
Giostraio La dinastia L’attività è iniziata nel 1892, da un falegname che riparava i cavalli di legno di una giostraia