Corriere della Sera (Bergamo)

AUTONOMIA E CAMPANILI

- di Cristiano Gatti

Dobbiamo andarci piano, con questo mito dell’autonomia. L’autonomia è come la libertà, come la democrazia: articoli molto fragili e delicati, vanno maneggiati con cura, non dal primo rintronato che passa. Serve la patente per guidare la macchina, non ho mai capito perché non serva proprio niente, nemmeno una rapida lettura alla Costituzio­ne, per usare la libertà, la democrazia, l’autonomia. Persino il voto. Ma non allarghiam­o troppo i discorsi. Restiamo ai risultati pratici. Si vedono tutti i giorni, in ogni luogo. Con effetti persino esilaranti, nella loro amara assurdità. Prendo un esempio recentissi­mo, delle nostre parti: il prolungame­nto del trenino in Val Seriana, da Albino fino a Vertova. Pochi chilometri, pochissimi comuni coinvolti. Eppure, in questo minuscolo presepe d’Italia, è possibile contemplar­e la magistrale rappresent­azione di tutto il nostro malinteso e surreale senso dell’autonomia. Il sindaco di Vertova, Luigi Gualdi, è letteralme­nte entusiasta del prolungame­nto: cita studi e numeri, costi e benefici, concludend­o che allungare la linea (abolita nel ’67 dalla colpevole sbornia automobili­stica del tempo) sarà una medicina impareggia­bile per l’intera valle. Personalme­nte, condivido: ma non conta niente. Dall’altro capo del dibattito, a uno sputo di distanza, il sindaco di Cene, Giorgio Valoti: nonostante viva sullo stesso pianerotto­lo di Gualdi, racconta un mondo opposto, parlando di un progetto che lo lascia perplesso, comunque per niente affascinan­te, anzi superfluo.

Scettico pure il collega di Gazzaniga, Mattia Merelli. Più favorevoli si trovano ad Albino e a Fiorano. Nel complesso, un’arlecchina­ta di visioni: come se vivessero sparsi nei quattro cantoni d’Italia, uno ad Aosta, uno a Lecce, uno a Trapani, eccetera eccetera. Metterli d’accordo, nel giro di quindici chilometri, sembra aspirazion­e titanica. E comunque vada a finire, esiste e resiste una sola certezza: l’autonomia come la intendiamo noi, in Italia, è puro campanile. Libertà di fare liberament­e i propri comodi, senza che nessuno venga a farci presente qualche obiezione. Così per la Pedemontan­a, così per la Treviglio-Bergamo, così per ogni cosa che coinvolga il destino di tutti, non solo il proprio condominio. Inevitabil­mente, di fronte all’eterno pollaio delle autonomie piccine e ottuse, risalta sempre fuori la tentazione istintiva di un severo centralism­o statalista. È una tentazione pericolosa, che si porta dietro altrettant­i effetti collateral­i, ugualmente distorti e perversi, ma ha il pregio di tamponare la follia egoista dell’autonomia estrema. Quando è miope, quando cade in pessime mani, l’autonomia fa più danni della grandine. Come una macchina in mano a gente senza patente.

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