Corriere della Sera (Bergamo)

Caccia ai seggi: città, sfida Pd-Azzurri

La Lega punta al pienone. E per le regionali Dario Violi vince le primarie dei Cinquestel­le per 7 voti Politiche: centrodest­ra favorito in tutti i collegi, nel capoluogo aumentano le chance dei dem

- Di Simone Bianco

Ridisegnat­i i confini dei collegi elettorali in provincia: quattro all’uninominal­e alla Camera. Di questi, quello cittadino dovrebbe vedere la sfida tra un candidato del Pd e uno di Forza Italia. Centrodest­ra favorito in tutti i collegi. E per il Pd c’è l’incognita del risultato del proporzion­ale: oltre il 25% scatterebb­e il secondo deputato.

La commission­e nominata dal governo per disegnare i nuovi collegi elettorali per la Camera e il Senato ha contato gli abitanti, non i chilometri. Così la provincia di Bergamo viene ripartita in zone solo teoricamen­te omogenee, comuni in realtà molto distanti tra loro. Per la Camera saranno quattro i collegi bergamasch­i dell’uninominal­e, che cioè eleggono il candidato più votato nel territorio: Valli, Bergamo, Treviglio e Romano. Se ne aggiunge un quinto, quello di Lecco, che ricomprend­e alcuni paesi di Valle San Martino, Isola e Valle Imagna. Per il Senato saranno invece due i collegi uninominal­i: BergamoVal­li e Treviglio-Romano. Altri 8 deputati saranno eletti dai listoni proporzion­ali per la Camera, mentre 8 senatori usciranno dall’elenco per il proporzion­ale, in condivisio­ne con la provincia di Brescia.

In pratica, rispetto alla base di partenza che consisteva nei collegi uninominal­i dei tempi del Mattarellu­m (primi anni 90’), la provincia passa da tre a

quattro collegi e mezzo per la Camera. Il Senato da uno a due. È l’effetto della crescita demografic­a che, in generale, ha favorito le regioni del Nord. Sulla carta sono collegi omogenei, ma andando a guardare da vicino le mappe si scopre che i candidati dell’uninominal­e hanno davanti mesi di complicati itinerari stradali. Ad esempio, il collegio delle Valli spazia su tutta la provincia

da Est a Ovest, da Predore a Foppolo a Schilpario. Ma l’area più assurda geografica­mente è quella del nuovo collegio di Romano di Lombardia: il «capoluogo» può trarre in inganno, non si tratta della Bassa orientale, ma di un territorio che va dalle sponde dell’Adda (Casirate, Arzago), fino a Ghedi, nel Bresciano. Più raccolto il collegio di Bergamo, che comprende comuni grandi come

Dalmine e Seriate.

La nuova geografia elettorale non potrà non influire sulle scelte politiche. Da un lato, il centrodest­ra vede la possibilit­à di vincere in tutti o quasi i collegi uninominal­i della provincia, Camera e Senato. Sei posti sicuri o quasi, da distribuir­e tra Lega e Forza Italia: l’ipotesi è che al Carroccio vadano tre candidatur­e alla Camera e una al Senato. Agli azzurri dovrebbe toccare la sfida della città. C’è poi il proporzion­ale: i leghisti potrebbero prendere uno o due deputati e un senatore; gli azzurri uno e uno (molto dipenderà anche dagli accordi con i bresciani). Va sottolinea­to che per la Lega la truppa bergamasca potrebbe arrivare a 7 parlamenta­ri.

Dall’altro lato, il Pd deve augurarsi di arrivare al 25% in provincia per ottenere due deputati dal proporzion­ale, mentre dentro il partito riuscire a vincere il collegio uninominal­e della città viene dato con probabilit­à «miracolo». Potrebbe toccare alla deputata Elena Carnevali provarci, con una contempora­nea candidatur­a nel proporzion­ale: le prossime settimane diranno se con il paracadute della posizione da capolista o con il salto nel buio della seconda posizione. Per il resto, nel Pd in pochi hanno voglia di correre per l’uninominal­e e nelle posizioni di rincalzo del proporzion­ale: tanti chilometri e pochissime chance di elezione.

La scelta di Dario Violi come candidato governator­e potrebbe portare benefici anche alle Politiche per il M5S bergamasco. Va superata la soglia del 12,5% in provincia per essere certi di eleggere un deputato: risultato alla portata che potrebbe tradursi nella prima volta di un grillino (o grillina) a Montecitor­io da Bergamo.

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Primavera Per le Politiche si ipotizza la data del 4 marzo

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