Caccia ai seggi: città, sfida Pd-Azzurri
La Lega punta al pienone. E per le regionali Dario Violi vince le primarie dei Cinquestelle per 7 voti Politiche: centrodestra favorito in tutti i collegi, nel capoluogo aumentano le chance dei dem
Ridisegnati i confini dei collegi elettorali in provincia: quattro all’uninominale alla Camera. Di questi, quello cittadino dovrebbe vedere la sfida tra un candidato del Pd e uno di Forza Italia. Centrodestra favorito in tutti i collegi. E per il Pd c’è l’incognita del risultato del proporzionale: oltre il 25% scatterebbe il secondo deputato.
La commissione nominata dal governo per disegnare i nuovi collegi elettorali per la Camera e il Senato ha contato gli abitanti, non i chilometri. Così la provincia di Bergamo viene ripartita in zone solo teoricamente omogenee, comuni in realtà molto distanti tra loro. Per la Camera saranno quattro i collegi bergamaschi dell’uninominale, che cioè eleggono il candidato più votato nel territorio: Valli, Bergamo, Treviglio e Romano. Se ne aggiunge un quinto, quello di Lecco, che ricomprende alcuni paesi di Valle San Martino, Isola e Valle Imagna. Per il Senato saranno invece due i collegi uninominali: BergamoValli e Treviglio-Romano. Altri 8 deputati saranno eletti dai listoni proporzionali per la Camera, mentre 8 senatori usciranno dall’elenco per il proporzionale, in condivisione con la provincia di Brescia.
In pratica, rispetto alla base di partenza che consisteva nei collegi uninominali dei tempi del Mattarellum (primi anni 90’), la provincia passa da tre a
quattro collegi e mezzo per la Camera. Il Senato da uno a due. È l’effetto della crescita demografica che, in generale, ha favorito le regioni del Nord. Sulla carta sono collegi omogenei, ma andando a guardare da vicino le mappe si scopre che i candidati dell’uninominale hanno davanti mesi di complicati itinerari stradali. Ad esempio, il collegio delle Valli spazia su tutta la provincia
da Est a Ovest, da Predore a Foppolo a Schilpario. Ma l’area più assurda geograficamente è quella del nuovo collegio di Romano di Lombardia: il «capoluogo» può trarre in inganno, non si tratta della Bassa orientale, ma di un territorio che va dalle sponde dell’Adda (Casirate, Arzago), fino a Ghedi, nel Bresciano. Più raccolto il collegio di Bergamo, che comprende comuni grandi come
Dalmine e Seriate.
La nuova geografia elettorale non potrà non influire sulle scelte politiche. Da un lato, il centrodestra vede la possibilità di vincere in tutti o quasi i collegi uninominali della provincia, Camera e Senato. Sei posti sicuri o quasi, da distribuire tra Lega e Forza Italia: l’ipotesi è che al Carroccio vadano tre candidature alla Camera e una al Senato. Agli azzurri dovrebbe toccare la sfida della città. C’è poi il proporzionale: i leghisti potrebbero prendere uno o due deputati e un senatore; gli azzurri uno e uno (molto dipenderà anche dagli accordi con i bresciani). Va sottolineato che per la Lega la truppa bergamasca potrebbe arrivare a 7 parlamentari.
Dall’altro lato, il Pd deve augurarsi di arrivare al 25% in provincia per ottenere due deputati dal proporzionale, mentre dentro il partito riuscire a vincere il collegio uninominale della città viene dato con probabilità «miracolo». Potrebbe toccare alla deputata Elena Carnevali provarci, con una contemporanea candidatura nel proporzionale: le prossime settimane diranno se con il paracadute della posizione da capolista o con il salto nel buio della seconda posizione. Per il resto, nel Pd in pochi hanno voglia di correre per l’uninominale e nelle posizioni di rincalzo del proporzionale: tanti chilometri e pochissime chance di elezione.
La scelta di Dario Violi come candidato governatore potrebbe portare benefici anche alle Politiche per il M5S bergamasco. Va superata la soglia del 12,5% in provincia per essere certi di eleggere un deputato: risultato alla portata che potrebbe tradursi nella prima volta di un grillino (o grillina) a Montecitorio da Bergamo.