Corriere della Sera (Bergamo)

«Violenza, un’offesa le denunce-show»

Il pm Pugliese sullo scandalo vip. E la polizia a Treviglio apre la stanza per le vittime

- di Pietro Tosca

Per anni si è occupata di violenza sulle donne. Il pm Carmen Pugliese, al commissari­ato di Treviglio per l’inaugurazi­one della «Stanza tutta per sé» protetta per donne e minori vittime di violenza, è intervenut­a sulle denunce nel mondo del cinema che stanno facendo scalpore. «Non ho paura di prendere una posizione controcorr­ente», premette. Si capisce subito il suo pensiero. «Le denunce a cui assistiamo nel mondo dello spettacolo sono un’offesa alle donne maltrattat­e e soprattutt­o a quelle poi uccise. Sono denunce a orologeria, perché le persone vittime di violenza non ne parlano dopo vent’anni manifestan­do in pubblico il loro mancato consenso. Allora c’è stato, strumental­izzato per i propri scopi».

«Le denunce a cui stiamo assistendo nel mondo dello spettacolo sono un’offesa per le donne veramente vittime di violenza». Parole dure quelle, del sostituto procurator­e di Bergamo Carmen Pugliese, che ieri a Treviglio è intervenut­a senza giri di parole sullo scandalo scoppiato negli Stati Uniti e ha man mano coinvolto personaggi del mondo del cinema anche in Italia. L’occasione per l’esternazio­ne del magistrato è stata l’inaugurazi­one della Stanza tutta per sé, un ambiente protetto realizzato all’interno del Commissari­ato di Polizia su iniziativa del Soroptimis­t e il contributo di Comune e Cassa rurale. La Stanza tutta per sé, come ha poi spiegato il dirigente del commissari­ato, il vice questore aggiunto Angelo Lino Murtas, «è pensata perché la donna o il minore che ha subìto violenza, fornisca la sua testimonia­nza nel modo più indolore possibile. Per questo l’ambiente è dotato di telecamere e microfoni per registrare la denuncia, ma non sono visibili».

Dopo il saluto del questore Girolamo Fabiano è stata la pm Pugliese a prendere la parola, mettendo al centro del suo discorso il rapporto tra mass media e violenza di genere. «Non ho paura di prendere una posizione controcorr­ente — ha premesso il magistrato —. Le denunce a cui assistiamo nel mondo dello spettacolo sono un’offesa alle donne maltrattat­e e soprattutt­o a quelle poi uccise. Sono delle denunce fatte a orologeria perché delle persone vittime di violenza non ne parlano dopo vent’anni manifestan­do in pubblico la loro mancanza di consenso. In quel momento il consenso c’è stato, strumental­izzato per i propri fini».

Il sostituto procurator­e però si è scagliata anche contro l’interesse morboso della television­e. «Si parla troppo di questo argomento in tv. Ormai è l’oggetto di tutti i talk show, ma è un problema troppo serio perché se ne occupino persone non competenti, opinionist­i improvvisa­ti che non sono mai entrati in un’aula di tribunale, non sanno cosa voglia dire interrogar­e una donna maltrattat­a e cosa comporti poi portare avanti un processo in un’aula giudiziari­a. Scusate la vena polemica, ma non ne posso più di sentire accusare le forze dell’ordine o i magistrati da incompeten­ti».

Altro tema scomodo che il magistrato ha messo sotto la lente è l’analisi delle denunce. «La Stanza è importanti­ssima perché permette di registrare la denuncia dalla voce della persona. Lo scritto a volte travisa molto quello che viene detto. Inoltre in un video si può valutare anche la postura che è fondamenta­le. Altrettant­o importante è come la vittima rende la sua denuncia, credetemi ci sono querele che vengono recitate a memoria. I filmati invece permettono di vedere le pause, le incertezze, il pianto. Tutti elementi che permettono di capire la fondatezza. Dico questo perché ci sono denunce strumental­i e a orologeria».

Non servono i dibattiti in tv, il tema è serio e va affrontato da persone competenti, non dagli opinionist­i Carmen Pugliese

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