Consiglio, sinistra divisa Lite sul parking di via Fara
Iconsiglieri di Sinistra Unita, Luciano Ongaro ed Emilia Magni, annunciano l’uscita dalla maggioranza. E nella stessa seduta scoppia una lite furibonda tra ex: la Magni accusa il capogruppo del Pd, Massimiliano Serra, di averle chiesto di non partecipare al voto col quale nell’autunno 2016 venne dato il via libera al parcheggio di via Fara.
È uno dei Consigli più partecipati dell’era Gori: la platea è affollata da una settantina di esponenti del comitato No Parking Fara. A infiammare l’aula, innescando rese dei conti nella maggioranza, è un ordine del giorno urgente, presentato dal grillino Marcello Zenoni e sottoscritto dall’opposizione. La mozione chiede «analisi sullo stato d’inquinamento» del cantiere, «un processo partecipativo sul futuro di Città Alta» e chiarezza sulle penali. «Non auspico barricate — spiega il pentastellato —, ma non si può transigere sul tema ambientale». Il centrodestra invita a raccogliere un testo «franco e distensivo», colmando i deficit di «trasparenza e informazione». Prima della seduta, Sinistra Unita ha annunciato l’uscita dalla maggioranza «senza passare all’opposizione, ma per votare liberamente». All’indomani dell’assemblea provinciale, riemergono dissapori nella sinistra. «È nota la mia posizione contraria al parcheggio — racconta Emilia Magni (foto), Mdp —, non ero presente alla votazione (autunno 2016, ndr) perché mi era stato cortesemente chiesto di restare a casa dal capogruppo». Da chi? Da Massimiliano Serra, capogruppo Pd, dice la Magni. L’interessato è tranciante: «Amministrare significa assumersi la responsabilità delle scelte — replica Serra —. A chi è stato assente non rispondo, è meglio intervenire che nascondersi». Robi Amaddeo (Lista Gori) parla di «opportunismo» e denuncia un «atteggiamento vagamente intimidatorio» da parte del pubblico, che non lesina interruzioni. Forza Italia evoca una «riflessione» sul modello del precedente di Casa Suardi. L’assessore Marco Brembilla difende l’operato («nulla da nascondere») e rassicura sull’assenza di rifiuti tossici, in base alle analisi chimiche. Le minoranze non recepiscono le modifiche cercate dal centrosinistra, che finisce per votare lo stesso a favore (astenute le dem Riccardi e Cassina), anche in nome di una «tregua». (m.ca.)