Padre e figlio bracconieri nell’Oasi Wwf
Valpredina, sorpresi dalla polizia provinciale. Nel freezer a casa la selvaggina imbustata
Avevano preso l’Oasi della Valpredina per la loro riserva di caccia personale. Padre e figlio di Pradalunga sono stati denunciati dalla polizia provinciale. Gli agenti li hanno bloccati nella notte tra venerdì e sabato sul Monte Misma, mentre si aggiravano con il fucile carico. A casa loro sono state poi sequestrate selvaggina congelata, altre armi e munizioni e la pelle di un capriolo appena scuoiato.
Come avere una riserva di caccia tutta per sé. Per due presunti bracconieri di Pradalunga, padre e figlio, la pacchia però è finita. La polizia provinciale li ha sorpresi mentre, carabine pronte all’uso, si aggiravano nella notte tra venerdì e sabato sul Monte Misma, nell’Oasi della Valpredina. Puntavano a selvaggina da abbattere, scuoiare e ordinatamente imbustare in freezer. Come già avevano fatto altre volte, è stato ricostruito.
In procura la pratica è stata depositata ieri mattina con un elenco di irregolarità amministrative e ipotesi di reato che ora gli inquirenti dovranno valutare. Ma è certo che i due si trovavano in un’area protetta, in un giorno e in un orario in cui la caccia è vietata. Il blitz delle guardie della Provincia è partito su input del Wwf e della stessa Oasi. «Avevamo ricevuto una segnalazione dettagliata», spiega l’avvocato Paola Brambilla, delegata della Lombardia per il Wwf. Appostati lungo i sentieri, gli agenti sono riusciti a intercettare padre e figlio tra Cenate Sopra e Pradalunga. I due avevano fucili calibro 12 caricati a pallettoni e visori notturni. Insospettiti da quanto si muovessero con familiarità in quei boschi, gli agenti hanno deciso di perquiiata, sire una cascina vicina al punto dove avevano bloccato i cacciatori. «All’interno — spiegano dall’Oasi della Valpredina — sono stati trovati fucili e munizioni adatti ad abbattere avifauna protetta. Tra l’altro, le armi erano detenute senza le adeguate cautele di custodia». A quel punto, i controlli si sono allargati all’abitazione dei sospettati. E là è stato scoperto di tutto: una pelle di una femmina di capriolo da poco scuo- crani e carne congelata di capriolo e cinghiale, e 150 uccelli uccisi, anche di specie protette come frosoni, fringuelli e pettirossi (su questo punto sono ancora in corso accertamenti). «È inoltre emersa — dicono sempre dall’Oasi — la detenzione illegale di munizionamento a palla e la presenza di un fucile occultato sotto un tetto esterno alla casa. Tutto è stato sequestrato e messo a disposizione dell’autorità giudiziaria in relazione ai reati ipotizzati, che spaziano dall’introduzione di armi in area di riserva naturale all’esercizio di caccia in zone di divieto, in giorno di silenzio venatorio e nelle ore notturne, fino alla detenzione illegale di munizioni e alla mancata custodia di armi da fuoco».
Il Wwf annuncia che si costituirà parte civile in caso di processo. «Fa orrore pensare che questa gente andasse a cacciare gli animali feriti di cui ci prendiamo cura — evidenzia Brambilla —. Episodi come questo dimostrano quanto sia importante la sensibilità dei cittadini anche nei confronti degli animali selvatici. Chiamare il nostro numero anti bracconaggio (328 7308288) è fondamentale».