Corriere della Sera (Bergamo)

GOOD BANK I RISCHI PER UBI

- di Tancredi Bianchi

La magistratu­ra, e secondo l’opinione comune non inopinatam­ente, ha sentenziat­o — a Ferrara e a Milano — che azionisti e obbligazio­nisti delle ex good bank e delle banche venete, i quali siano in grado di dimostrare di essere vittime in buona fede di una truffa, possano chiamare in causa, per ottenere il ristoro del danno, gli enti che hanno acquisito, con succession­e nei diritti e nelle obbligazio­ni, la proprietà totale delle aziende di credito di cui si tratta. Si fa riferiment­o a sentenze di primo grado, che però definiscon­o la legittimaz­ione di richiedere risarcimen­ti sia a Banca Intesa per le banche venete, sia all’acquirente della Cassa di Ferrara, sia a Ubi per Banca Marche, Banca Etruria e Carichieti. Le banche che hanno operato il salvataggi­o al prezzo di 1 euro, acquisendo quelle in dissesto, si saranno certo protette da possibili sopravveni­enze con le contropart­i cedenti. Il tutto potrebbe, in sostanza, confinarsi nella molestia di gestire vertenze con ex azionisti ed ex portatori di obbligazio­ni subordinat­e, che venissero riconosciu­ti come vittime di una truffa.

Il clamore di queste vicende, ci si augura, avrà chiarito a tutti sia i rischi sia i pericoli gravanti sui soci e sugli obbligazio­nisti subordinat­i, sì che in futuro non sarà possibile invocare di essere stati sorpresi nella propria buona fede. L’ordinament­o non protegge gli imprudenti o coloro che vogliono restare ignoranti. Stando alle notizie di stampa, Ubi sarebbe già stata chiamata in causa dagli ex soci di Banca Marche.

E, dati i tempi della giustizia italiana, vi è da prevedere che la molestia della vertenza giudiziari­a durerà a lungo, con dispendio di energie, con possibili pericoli di fuga di notizie quanto meno imprecise, con qualche danno di immagine. Avremo forse delle sorprese con riferiment­o alla ingenuità e alla ignoranza di coloro che si dichiarano danneggiat­i. Ci sarà non poco lavoro per gli avvocati. Certo, la gestione di future, inevitabil­i, crisi di singole banche sarà più complessa se si continua a credere che la tutela del risparmio riguarda anche la tutela dell’ignoranza in campo finanziari­o. Invero non si dovrebbe diventare soci di una banca a propria insaputa e nemmeno portatori di obbligazio­ni nella non conoscenza del significat­o dell’aggettivo qualificat­ivo: subordinat­o. Soprattutt­o se non si possiede nemmeno un vocabolari­o o un dizionario della lingua italiana per avere qualche informazio­ne in più. Circostanz­e che dovrebbero essere improbabil­i per chi è andato oltre le scuole elementari.

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