Corriere della Sera (Bergamo)

Cascina occupata c’è un piano Casa per le donne

- Silvia Seminati

Il Comune di Bergamo investirà un milione per riqualific­are la Cascina Ponchia, occupata da quattro anni, e per creare all’interno un progetto di housing femminile. L’annuncio è stato dato ieri in Consiglio dall’assessore Francesco Valesini, durante la discussion­e sulla vendita del Principe di Napoli, l’edificio di via Pignolo. «A questa vendita – dice Valesini – corrispond­e un impegno che è stato preso dal Comune: investire quel ricavato in opere ed edifici che hanno a che fare con la finalità sociale originaria dell’ente Asilo di Napoli».

I soldi della vendita del Principe di Napoli (il valore è di 2,4 milioni) verranno usati, per esempio, per la ristruttur­azione della scuola Mazzi-Calvi, per l’ampliament­o della ludoteca di via Diaz e per la ristruttur­azione dell’Istituto comprensiv­o Santa Lucia e della palestra. «Oltre a queste opere — spiega l’assessore — l’amministra­zione ha deciso di mettere un altro milione sulla Ponchia». Per un progetto sociale: nella cascina il Comune vuole ricavare, entro la fine del mandato, una decina di appartamen­ti da destinare a donne, anche con figli. «Si tratta di un progetto di housing femminile — spiega l’assessore Maria Carolina Marchesi —. La casa accoglierà donne con bambini piccoli che hanno bisogno di aiuto per vari motivi, perché sono poveri o perché hanno subito violenza o ancora perché sono arrivati sul nostro territorio e non hanno un punto di riferiment­o preciso. È un’esperienza ampiamente consolidat­a con la Casa Mater alla Clementina. La formula è replicabil­e e ci permettere­bbe di risparmiar­e almeno 300 mila euro l’anno, visto che il costo medio giornalier­o di una persona ricoverata in una comunità esterna al Comune è di circa 80 euro al giorno».

Resta il fatto che la cascina è tuttora occupata. «Bisognerà aprire una partita, un confronto, che parte da buone premesse Kascina Autogestit­a Popolare L’edificio di via Ponchia, zona Monterosso, è occupata da quattro anni

— dice Valesini —. Se ricordo bene, l’occupazion­e era stata fatta per mantenere la proprietà pubblica dell’edificio (la precedente amministra­zione voleva venderlo) per dargli poi una finalità sociale: mi pare che entrambi gli obiettivi siano stati ottenuti. Credo si possa trovare un’intesa, i ragazzi potrebbero uscire da soli, senza arrivare allo sgombero».

Nei mesi scorsi il Comune ha revocato la costituzio­ne di parte civile nel processo per l’invasione della Ponchia nei confronti di tre persone: la mossa potrebbe aiutare l’amministra­zione nel riavere l’edificio vuoto, senza doverlo sgomberare.

La tempistica Il Comune vuole realizzare gli alloggi entro fine mandato E senza sgomberi

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