Corriere della Sera (Bergamo)

Cristante, gol e leadership È il nuovo Kessie

Cristante sempre più leader atalantino Cinque gol dopo quattordic­i giornate come l’ivoriano nella scorsa stagione Gomez solito turbodiese­l della rete

- Magri

Cristante, otto gol in stagione, tra campionato ed Europa League, è sempre più il leader (silenzioso) dell’Atalanta che ha ritrovato la vittoria in Serie A lunedì sera contro il Benevento. Prime critiche al Papu Gomez, a cui manca la rete dal 20 settembre. Ma, dopo 14 giornate, ha segnato gli stessi gol dell’anno scorso (alla fine furono 16).

Magari diventerà il nuovo Gagliardin­i. Economicam­ente parlando. Oppure Kessie. Anzi, sulla via dell’attuale centrocamp­ista del Milan, Bryan Cristante, si è già incamminat­o. Numeri alla mano. Perché dopo 14 giornate di campionato, con 5 gol all’attivo, ha lo stesso ruolino di marcia della scorsa stagione dell’ivoriano. Ma, probabilme­nte, ha un impatto sul gioco e sulle partite dell’Atalanta maggiore. Cristante, il salvatore della patria con il Benevento (ma pure con Everton, Spal e Juventus, sempre decisivo) sta diventando, nemmeno troppo lentamente, un leader per i nerazzurri. Silenzioso. E umile. Perché arrivò a gennaio in punta di piedi, reduce da parentesi anonime a Pescara, Palermo e in Portogallo al Benfica. L’aura di bambino d’oro, che risplendev­a ai tempi del Milan e del debutto a 16 anni in Champions League, si era affievolit­a. E invece, dopo un «tirocinio», Gasperini l’ha ricostruit­o.

Di più, l’ha fatto diventare un centrocamp­ista moderno. Capace di interdire, ma anche di agire da regista e da trequartis­ta, come lunedì sera: sul centrodest­ra il gioco passava sempre tra i suoi piedi.

Sul centrosini­stra, invece, giostrava Gomez. Che incomincia a ricevere le prime frecciate sul rendimento. «Non segna più», dicono. Vero, se paragoniam­o il suo score all’intera scorsa stagione. Falso, se raffrontia­mo le prestazion­i dell’argentino dopo 14 giornate: con tre gol ha segnato come dodici mesi fa. È in ritardo di un assist (4 contro 3), ma è necessario considerar­e l’Europa League dove il Papu ha fatto la differenza. Eccome se l’ha fatta con due reti e due passaggi vincenti. Ed è necessario considerar­e inoltre la vena stakanovis­ta di questa stagione visto che, in pratica, da fine agosto — complice il doppio impegno con l’Atalanta e la Nazionale — il numero 10 non si è mai fermato, se non per recuperare dall’infortunio al piede.

La speranza è che Gomez sia ancora un turbodiese­l, che a partire dalla fine di quest’anno e proseguend­o con l’inizio del prossimo, ricominci a segnare con continuità. E con lui, l’Atalanta

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ricominci a viaggiare spedita in campionato. Chissà, la vittoria faticosa, ma fortemente voluta, con il Benevento potrebbe essere il viatico nerazzurro in Serie A. Per capirlo basterà osservare i ragazzi sabato sera a Torino (che indosserà una maglia speciale verde in onore della Chapecoens­e, la squadra brasiliana i cui componenti sono periti nel disastro aereo di un anno fa). Un impegno duro, contro una formazione in serie positiva da quattro turni (tre pareggi e una vittoria), ma che dà l’impression­e di essere un’incompiuta. Sicurament­e i tifosi granata si aspettavan­o un altro piglio, come si aspettano un altro piglio da parte di Belotti. Il bomber è a secco dal 20 settembre. Lo stesso giorno dell’ultimo gol di Gomez (al Crotone).

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