Gori e il pasticcio del voto su via Fara
La scelta di portare dentro la giunta tutti gli elementi più esperti del centrosinistra avrà dato i suoi frutti in questi anni di amministrazione Gori, ma in qualche occasione richiede un prezzo. Ad esempio nella gestione del voto di lunedì sera in Consiglio comunale su un ordine del giorno relativo al cantiere per il parcheggio di via Fara. La maggioranza di centrosinistra ha prima provato a proporre delle modifiche al testo ma, dopo aver ricevuto dei no da M5S e e centrodestra, ha infine ceduto su tutta la linea e votato il documento dell’opposizione. In sostanza l’ordine del giorno assume le posizioni del comitato No parking Fara che fa della giunta un bersaglio quotidiano, chiedendo indagini sulla contaminazione delle aree circostanti il cantiere (visti gli inquinanti ritrovati dopo il crollo del 2009), un impegno a un processo di partecipazione per rivedere la mobilità di Città Alta e soprattutto la pubblicazione delle penali stabilite (o ipotizzate) in caso di stop o ritardi al cantiere. La decisione di votare sì è stata avallata dal sindaco ma poco apprezzata da una parte della giunta. Il tentativo è di mettere il silenziatore alla protesta cedendo a una parte delle richieste, almeno per ora e almeno sulla carta. Non è detto che la scelta non abbia a che fare con la campagna elettorale agli inizi. E, più che altro, non è detto che dia buoni risultati. Ad esempio, cosa farà l’amministrazione quando, tra qualche anno, arriverà qualcuno a chiedere di effettuare i campionamenti sui terreni circostanti il cantiere, considerando che l’operazione è di dubbia fattibilità? E le penali? È ormai chiaro che non esistono carte che dicano quanto sarebbe costato cestinare il progetto. Non è promettendo documenti che non esistono che si chiuderà la bocca a chi lamenta la mancanza di trasparenza. Il prezzo politico del parcheggio si può dilazionare (a dopo il voto 2018) ma prima o poi dovrà essere pagato.