Corriere della Sera (Bergamo)

Gori e il pasticcio del voto su via Fara

- Simone Bianco

La scelta di portare dentro la giunta tutti gli elementi più esperti del centrosini­stra avrà dato i suoi frutti in questi anni di amministra­zione Gori, ma in qualche occasione richiede un prezzo. Ad esempio nella gestione del voto di lunedì sera in Consiglio comunale su un ordine del giorno relativo al cantiere per il parcheggio di via Fara. La maggioranz­a di centrosini­stra ha prima provato a proporre delle modifiche al testo ma, dopo aver ricevuto dei no da M5S e e centrodest­ra, ha infine ceduto su tutta la linea e votato il documento dell’opposizion­e. In sostanza l’ordine del giorno assume le posizioni del comitato No parking Fara che fa della giunta un bersaglio quotidiano, chiedendo indagini sulla contaminaz­ione delle aree circostant­i il cantiere (visti gli inquinanti ritrovati dopo il crollo del 2009), un impegno a un processo di partecipaz­ione per rivedere la mobilità di Città Alta e soprattutt­o la pubblicazi­one delle penali stabilite (o ipotizzate) in caso di stop o ritardi al cantiere. La decisione di votare sì è stata avallata dal sindaco ma poco apprezzata da una parte della giunta. Il tentativo è di mettere il silenziato­re alla protesta cedendo a una parte delle richieste, almeno per ora e almeno sulla carta. Non è detto che la scelta non abbia a che fare con la campagna elettorale agli inizi. E, più che altro, non è detto che dia buoni risultati. Ad esempio, cosa farà l’amministra­zione quando, tra qualche anno, arriverà qualcuno a chiedere di effettuare i campioname­nti sui terreni circostant­i il cantiere, consideran­do che l’operazione è di dubbia fattibilit­à? E le penali? È ormai chiaro che non esistono carte che dicano quanto sarebbe costato cestinare il progetto. Non è promettend­o documenti che non esistono che si chiuderà la bocca a chi lamenta la mancanza di trasparenz­a. Il prezzo politico del parcheggio si può dilazionar­e (a dopo il voto 2018) ma prima o poi dovrà essere pagato.

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