Corriere della Sera (Bergamo)

Blitz in Questura I quadri sospetti della poliziotta

Dopo un atto falso l’esposto da via Noli

- Armando Di Landro

Prima i sospetti della Prefettura, per una pratica sull’ abilitazio­ne di 11 guardie giurate. Quindi quelli della Questura, quando è spuntato un documento probabilme­nte falso legato sempre a quella procedura: ed è proprio dagli uffici della polizia di via Noli che è partito l’esposto alla Procura con la conseguent­e inchiesta su Mariella Russo, vicequesto­re aggiunto in servizio all’ufficio di polizia amministra­tiva (passaporti e porti d’armi) dal 2016. Al momento le viene contestato il falso, ma la sorpresa, tutta da capire, è spuntata quando il pubblico ministero Maria Cristina Rota e la squadra mobile, e cioè i colleghi poliziotti, hanno perquisito l’alloggio di servizio in questura e un’abitazione privata della Russo: secondo indiscrezi­oni sarebbe spuntata, nelle due case, una trentina di quadri. Tele non pregiatiss­ime, ma con un valo retrai 4 e i 10 mila euro, molte ancora imballate e appoggiate a terra. «È appassiona­ta d’arte», dice l’avvocato. Ma i quadri sono stati sequestrat­i.

Da un documento falso, intestato all’«Ufficio territoria­le del governo», e cioè la Prefettura, è scattata un’inchiesta che ha portato nuovamente il pubblico ministero Maria Cristina Rota, per la seconda volta in due anni e mezzo, a perquisire un appartamen­to di servizio in questura. Era già accaduto alla fine di marzo del 2015, per l’inchiesta a carico dell’ex questore Fortunato Finolli e i suoi rapporti di stretta amicizia con l’imprendito­re Giovanni Cottone. È successo di nuovo nelle ultime settimane, nell’ambito di un’indagine in cui il vice questore aggiunto Mariella Russo, in servizio dal 2016 all’ufficio di Pasi (Polizia amministra­tiva, sociale e dell’immigrazio­ne), è indagata per falso: ma, al di là dell’attuale ipotesi di reato, nel suo alloggio di servizio in via Noli e anche in un’abitazione privata, sarebbero spuntati parecchi quadri, (troppi, è il sospetto di chi indaga), non solo alle pareti, ma anche a terra e imballati, con una serie di appunti tutti da decifrare.

Il caso inizia con la procedura, attivata dalla Prefettura di Bergamo, per decretare l’abilitazio­ne di 11 nuove guardie giurate. La pratica richiede anche il rilascio, da parte della Procura della Repubblica, del certificat­o carichi pendenti, tramite il cosiddetto casellario giudiziari­o. L’ufficio Pasi di via Noli si occupa anche di quel settore, dovendo ad esempio curare le pratiche per il rilascio del porto d’armi. Ma non è coinvolto nella procedura spesulle cifica per le 11 guardie giurate. Eppure, secondo la ricostruzi­one dell’accusa, Mariella Russo si sarebbe interessat­a proprio a quella pratica, chiedendo lumi in Prefettura. Inoltre, ed è qui la contestazi­one formale, avrebbe inviato in piazza Dante un poliziotto (che risultereb­be estraneo ai fatti) chiedendog­li di consegnare al casellario giudiziari­o un certificat­o intestato alla Prefettura — un falso secondo il pm — in cui si ribadiva la richiesta di rilascio dei certificat­i per le 11 aspiranti guardie giurate. In Procura non ci sarebbero stati sospetti, in un primo momento, su quell’atto di richiesta, ma il documento è stato poi spedito in Prefettura come allegato agli 11 certificat­i dei vigilantes, finalmente rilasciati. Risultato, è stato l’Ufficio territoria­le del governo a chiedersi da dove venisse quell’atto che appariva falso a una prima analisi, e a spedirlo in Questura, proprio perché l’interessam­ento della Russo alla pratica era già sembrato curioso. Ed è infine da via Noli che è partita la notizia di reato su cui ora indaga il sostituto procurator­e.

Ma perché il vice questore aggiunto Mariella Russo avrebbe commesso quel falso? Che interesse aveva, se l’aveva,

I fatti Il suo interessam­ento a un decreto per 11 guardie giurate ha fatto scattare il controllo

11 guardie giurate? Domande che anche il pm si è posto, facendo scattare le perquisizi­oni della stessa polizia, con la squadra mobile. E con sorprese tutte da valutare. Sia nell’alloggio di servizio sia in un’abitazione privata, sono stati trovati molti quadri. Non si tratta di pezzi pregiatiss­imi, ma comunque di opere, sembra una trentina, che hanno un certo valore in commercio, dai 4 ai 10 mila euro l’una, dicono le indiscrezi­oni. Alcune, si è scoperto poi, erano anche state lasciate in conto vendita in una o più gallerie d’arte. Inoltre, sono spuntati appunti, fogli scritti a mano e non solo, con riferiment­i alle diverse opere e al loro valore.

Che peso hanno quelle tele nell’inchiesta sul falso? Chi indaga non si sbilancia affatto e resta in silenzio. Un collegamen­to tra i quadri e l’interessam­ento alla pratica per le guardie giurate sarebbe, al momento, quantomeno azzardato. La Procura ha però disposto il sequestro della merce trovata: l’obiettivo è capire da dove venga, con quali risorse (non è affatto escluso che siano legittime) le tele sono state acquistate dal vice questore aggiunto. Mariella Russo è pronta a difendersi, tramite l’avvocato Piero Porciani, del Foro di Milano: «Conosco da anni la dottoressa Russo, è una poliziotta integerrim­a e, nella vita privata, ha una grande passione per i quadri, l’ha sempre avuta. Vogliamo collaborar­e assolutame­nte con gli inquirenti per chiarire ogni aspetto della vicenda».

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La poliziotta Mariella Russo, vice questore aggiunto in servizio all’ufficio di Polizia amministra­tiva

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