Quei cattolici alla conquista della società
Il ricordo del Quarto Congresso Cattolico Italiano — svoltosi nell’ottobre 1877 nel Seminario di Bergamo — offre lo spunto per una giornata di studi che si tiene sabato nell’Aula Magna Domus Alexandrina della parrocchia di Sant’Alessandro in Colonna. L’appuntamento, promosso dall’Archivio Bergamasco e dall’Archivio Mario Romani, si propone di approfondire le radici del Movimento Cattolico bergamasco a partire da quell’evento di 140 anni fa. Un incontro che avvenne alla vigilia di un periodo in cui anche il nostro territorio venne interessato dai mutamenti economici e politici nazionali, senza che ne venisse alterato in profondità l’assetto precedente, comprese la connotazione rurale (seppure accompagnata da una lenta crescita dell’industria, in particolare tessile) e l’emigrazione. Un periodo in cui, prima grazie al sostegno del vescovo Guindani (dal 1879 al 1904), poi a quello di Radini Tedeschi (dal 1905 al 1914), l’azione di pionieri del Movimento Cattolico orobico (laici come Niccolò Rezzara, Stanislao Medolago Albani, Giovan Battista Caironi, ma pure parroci come Donato Baronchelli, Giorgio Gusmini, poi cardinale, Carlo Castelletti e altri) poté esprimersi in diverse forme associative sempre più presenti in tutti i settori della società (religioso, economico, amministrativo, culturale, scolastico). In tal modo le risposte del cattolicesimo bergamasco alle sfide del tempo si concretizzarono in organismi d’assistenza, creditizi, sindacali, circoli giovanili, casse rurali, di mutuo soccorso, e nell’istruzione, nella stampa, nella formazione. Non senza lacerazioni nel clero, fra sacerdoti legati all’intransigentismo e preti fiduciosi nel nuovo corso come nel ruolo del laicato. E con un dinamismo spintosi poi sul terreno amministrativo, attraverso una difficile intesa con i liberali, quindi sull’attenuazione del «non expedit». Nella convinzione che «studiare le radici da cui è cresciuto il tronco del Movimento cattolico bergamasco significa allungare lo sguardo sino al presente», i promotori del convegno annunciano interventi tesi a sciogliere «rappresentazioni storiche e giornalistiche aneddotiche e ormai logore». Al mattino sono previsti gli interventi di Mario Fiorendi, Claudio Besana, Andrea Maria Locatelli e don Mattia Tomasoni. La sessione pomeridiana vedrà invece le relazioni di Giampiero Fumi, Alessandro Angelo Persico, Giampiero Valoti, Gianluigi della Valentina e Cesare Fenili.