MoBike da record «In cinque giorni quasi 3.000 iscritti»
Per ogni mezzo due viaggi in media al giorno, «come a Milano»
Si vedono ovunque, non solo nei punti strategici del centro città, ma anche nei quartieri. E sui social network: c’è chi le fotografa e poi pubblica le immagini. MoBike — il servizio di bike sharing «a flusso libero» (si usa la bici e la si può parcheggiare in qualsiasi posto, purché sia pubblico e non ostacoli il traffico) — è attivo a Bergamo solo da una settimana. Ma i primi dati indicano che le bici senza postazioni fisse piacciono già ai bergamaschi. Da martedì a domenica mattina ci sono state 2.852 iscrizioni. Significa, in media, quasi 500 nuovi utenti ogni giorno. «I numeri sono molto positivi — dice Alessandro Felici, amministratore delegato di Evlonet che distribuisce e gestisce MoBike in Italia —. I bergamaschi pedalano anche se fa molto freddo».
Ogni bici è dotata di gps. Così gli utenti — quando scaricano la app gratuita di MoBike — possono visualizzare i mezzi su una mappa per sapere qual è il più vicino. Questo strumento permette anche all’azienda cinese di tenere le bici sotto controllo. «Finora — dice Felici — non ne è sparita neanche una». Il gps può essere un deterrente contro i furti e anche contro i parcheggi selvaggi. Ciascun utente ha diritto ad alcuni punti di credito: un punteggio elevato indica il corretto utilizzo del servizio e una buona condotta, mentre un basso punteggio è sintomo dell’uso inappropriato di Mobike. Chi parcheggia in un’area recintata, per esempio, perde 20 punti. Così come chi parcheggia la bici in uno spazio non consentito. Si guadagnano punti, invece, quando si segnalano biciclette rotte o parcheggi sbagliati. Avere un punteggio basso avrà conseguenze sulle tariffe. In genere il servizio costa 50 centesimi ogni 30 minuti (30 centesimi, in promozione, per questi primi giorni). Ma se si perde credito si può anche arrivare a pagare 20 euro per mezz’ora di pedalata.
Il gps serve poi a capire quanto viene utilizzata una bicicletta. «A Bergamo — dice l’a.d. di Evlonet — l’indice di utilizzo medio è allineato a quello di Milano ed è più alto rispetto a Firenze. Ognuna delle 500 bici di Bergamo viene usata in media due volte al giorno. È un numero molto alto, non ce lo aspettavamo». Ogni mezzo, spiega MoBike, viene utilizzato due volte al giorno d’inverno e almeno sei volte d’estate. «Ci ha stupito che a Bergamo si sia arrivati ai due utilizzi al giorno nel giro di così poco tempo — dice Felici —. Non c’è neanche bisogno di ricaricare la batteria che serve per tenere acceso il gps e le luci: vengono usate parecchio e si caricano da sole, pedalando».
All’azienda sono arrivate molte richieste di informazione sul servizio. «E nessuna lamentela», dice Felici. Anche se su Facebook c’è dibattito. C’è chi sostiene che manchino piste ciclabili in città, chi contesta la decisione del Comune di togliere un paio di strisce blu in via Locatelli per riservarle alle bici senza postazione e chi si chiede come mai l’ amministrazione non abbia creato da tempo stalli per le bici private così come sta facendo in questi giorni per MoBike.