Roghi nelle discariche lombarde La commissione: «Fare chiarezza»
Oggi sopralluoghi a Como e Pavia. L’antimafia: si esce dalla legalità per fare profitto
Si conclude oggi la due giorni di sopralluoghi in Lombardia della commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti che stilerà una relazione dedicata entro fine legislatura. Una missione che rientra nell’ambito degli approfondimenti sugli incendi a impianti di trattamento e stoccaggio rifiuti che hanno coinvolto tutta Italia e la Lombardia. La trasferta della commissione bicamerale è iniziata ieri pomeriggio a Brescia alla discarica della società Green Up (controllata dal gruppo Waste Italia) a Bedizzole, teatro la scorsa primavera di tre roghi e dove andò a fuoco pure una vasca già sequestrata dalla magistratura bresciana per presunti trattamenti irregolari di rifiuti. Episodi su cui «è attualmente in corso un accertamento sull’eventuale natura dolosa», ha detto a margine del sopralluogo la componente della bicamerale Miriam Cominelli. Nel pomeriggio di ieri si è poi tenuto in prefettura a Brescia un incontro con una delegazione della Commissione regionale antimafia composta dal presidente Gianantonio Girelli del Pd e dai consiglieri regionali Giampietro Maccabiani (M5S) e Donatella Martinazzoli (Lega). La missione della bicamerale si concluderà oggi con i sopralluoghi tra le province di Pavia, Milano e Como. Qui i commissari entreranno alla ditta Eredi Bertè di Mortara, alla Carluccio di Cinisello Balsamo per poi trasferirsi in prefettura a Como dove verranno ascoltati il prefetto Bruno Corda, il presidente della provincia Maria Rita Livio, il direttore dell’agenzia delle dogane Marzia Mariotti, il comandante del gruppo carabinieri per la tutela dell’ambiente di Milano Massimiliano Corsano e una delegazione di rappresentanti della confederazione nazionale artigianato di Como.
Tre tappe non casuali che rimandano soprattutto agli incendi che si sono sviluppati nell’ultima parte dell’anno e su cui sta indagando anche la magistratura. Il primo aveva tenuto i vigili del fuoco impegnati nella ditta di stoccaggio rifiuti per quasi tre settimane e la procura di Pavia dopo aver sequestrato l’intera area è al lavoro per stabilire le responsabilità del rogo. La Carluccio di Cinisello Balsamo di via Palazzi invece era andata in fiamme lo scorso 2 ottobre e appartiene all’omonimo gruppo titolare del deposito andato a fuoco a Bruzzano nel mese di luglio e che si occupa di trasporto e smaltimento rifiuti pericolosi. A Como, a tenere banco, oltre agli incendi in discarica, è il bilancio dei roghi che nel comasco hanno distrutto 400 ettari di bosco e che le prime indagini hanno ricondotto alla mano dell’uomo.
Una missione utile, ha sottolineato il senatore Luis Alberto Orellana, «per analizzare il fenomeno nel suo complesso e capire se vi sia un’ingerenza del malaffare nel trattamento dei rifiuti». Un’ipotesi che troppo spesso si è rivelata aderente alla realtà. Anche se nelle evoluzioni più recenti della criminalità ambientale, ha sottolineato il magistrato della Direzione nazionale antimafia Roberto Pennisi nell’ultima relazione annuale, l’essenza del fenomeno non va ricercata tanto «nelle ingerenze della criminalità mafiosa, bensì nelle deviazioni dal solco della legalità, per puro e vile scopo utilitaristico». Da una parte delle imprese che generano quantitativi rilevanti di rifiuti e puntano al risparmio delle spese per il corretto smaltimento dei rifiuti stessi, dall’altro delle aziende che poi sono chiamate a gestirli. Un sistema che, conclude Pennisi, rivela «l’accompagnarsi col crimine ambientale di altre condotte in violazione di norme penali rientranti nella categoria di quelle dei colletti bianchi».
I risultati La relazione su quanto accaduto quest’anno sarà pronta entro la fine della legislatura