Accordo tombale tra Ikaros e Curia
Chiuse tutte le questioni in sospeso, anche lo sfratto alla Fondazione.
Stefano Locatelli, presidente della Fondazione «Et Labora» e per conto di Ikaros incaricato, con l’avvocato Pal Farkas, di seguire la vicenda, bolla l’accordo concluso con un aggettivo che dice tutto: «Tombale». Come certi condoni, appunto, definiti così perché indicano la sanatoria completa delle pendenze (fiscali). Ma in questo caso, il significato è figurato: come dire, alle pendenze varie — con una cifra che, a quanto è trapelato, si avvicinerebbe ai 500 mila euro a favore della Diocesi — ci si mette una pietra sopra e non se ne parli più.
Con questo presupposto, si è chiusa ieri la querelle tra la Curia di Bergamo, rappresentata da Adriana (l’immobiliare dove sono confluiti i beni non istituzionali della Diocesi di Bergamo) e la Fondazione Ikaros, presieduta da Daniele Nembrini, attiva nell’ambito educativo con diverse realtà. A sole 24 ore dall’annunciato sfratto esecutivo della Cooperativa «Et Labora» dagli uffici di via Casalino, per morosità nel pagamento del canone d’affitto, la riapertura del tavolo di trattativa degli avvocati di parte, in una estenuante giornata
negli uffici diocesani di Alex Servizi, ha portato nella giornata di ieri ad un accordo transattivo su tutte le questioni aperte.
Di natura finanziaria, soprattutto, dal momento che Ikaros risulta locataria inadempiente di diversi immobili della Curia (di cui la stessa Ikaros era proprietaria) ma esacerbate dai rapporti deteriorati tra lo stesso Nembrini e, in particolare, monsignor Lucio Carminati, economo della Curia. I due in passato, a fronte di una grande intesa progettuale finalizzata ad intenti educativi, avevano collaborato strettamente e in piena sintonia, avviando tra l’altro il polo scolastico dell’Abbazia di San Paolo d’Argon, uno dei nodi centrali di tutta la vicenda.
Sul tavolo sono state squadernate tutte le questioni, morosità e problematiche pregresse rivendicate dai due soggetti, che sarebbero state sanate in modo tombale con mezzo milione di euro. Tanto Ikaros, secondo indiscrezioni, dovrà riconoscere, in via definitiva, alla Diocesi per un accordo temporale che arriva fino al 2024, anno nel quale erano previste le ultime cessioni di quote societarie di Ikonos, una società partecipata congiuntamente sia da Ikaros che dalla Curia. I dettagli finanziari esaminati dai rappresentanti legali restano top secret, ma sull’elemento principale della controversia, ovvero l’Abbazia di San Paolo, l’accordo siglato prevede che la Fondazione Ikaros possa continuare ad operare con una locazione «sine die» che ottemperi, però, in modo concordato con la Curia, gli spazi.
La convivenza tra le varie esigenze, scolastiche da parte di Ikaros e congressuali da parte della Diocesi, dovrà risultare più pacifica e meglio ottimizzata di quanto non sia stato fatto fino ad oggi. Quanto agli immobili sotto sfratto, la Fondazione «Et Labora», che attraverso la cooperativa si occupa dell’inserimento lavorativo di soggetti disagiati, lascerà a brevissimo gli uffici di via Casalino per traslocare nella vicina via Moretti. Stessa sorte anche per gli uffici che la Fondazione ha a Roma e che si trasferiranno presto a Cinecittà. Chiusa una partita non facile, Locatelli guarda avanti e pensa all’operatività della sua Fondazione: «Il nostro è un ente senza fini di lucro che opera da anni al fianco di chi, per diversi motivi, necessita di essere messo, o rimesso, in condizione di poter esprimere le proprie capacità. In rete con noi ci sono oltre 3.200 imprese». Nessun commento da parte dell’avvocato della Curia, Angelo Galdini, anche ieri irraggiungibile su un numero, tombalmente, sempre occupato.
Et Labora, che segue persone disagiate, si trasferirà da via Casalino a via Moretti