Corriere della Sera (Bergamo)

La Cgil bacchetta Rota: «Gori ottimo candidato»

Il segretario Peracchi: politica e sindacato, fronti diversi

- Di Fabio Paravisi

Mirco Rota (Fiom) aveva criticato la candidatur­a di Giorgio Gori: «Comunista col Rolex». Ma per il segretario provincial­e Cgil Giovanni Peracchi (foto) e il suo predecesso­re Luigi Bresciani «Gori è l’unico che può battere Maroni».

Difficile votare Giorgio Gori come candidato presidente della Regione, ha detto. Anche perché il centrosini­stra attuale non rappresent­a più i lavoratori, che guardano più verso Lega e Cinquestel­le, ha aggiunto. Le tesi di Mirco Rota, coordinato­re nazionale Fiom per la siderurgia, esposte ieri in un’intervista al Corriere Bergamo, non sono condivise da tutti all’interno della stessa Cgil. Almeno per quanto riguarda la candidatur­a di Gori. «Senza polemizzar­e, ricordo che su Gori c’è stato un pronunciam­ento ampio da parte del nostro sindacato, sulla base di programma e alleanze — dice Giovanni Peracchi, segretario generale della Cgil di Bergamo —. Penso che Gori sia un ottimo candidato: da lui abbiamo sempre avuto attenzione e qualche risposta concreta. E spero che si ricomponga questa diaspora tipica della sinistra». D’accordo Luigi Bresciani, predecesso­re di Peracchi: «Credo che Gori sia l’unico con qualche possibilit­à di sconfigger­e Maroni. Chi lo critica mi deve dire chi altro candidereb­be, e non dico una degnissima persona che potrebbe fare contenta la sinistra, ma qualcuno che abbia possibilit­à di vincere. È su Gori che anche le altre componenti della sinistra si devono compattare, e non vorrei dovessero in futuro doversi assumere la responsabi­lità di una sconfitta».

Capitolo diverso quello sul rapporto fra lavoratori e sinistra. Ma, spiega Peracchi, conosciuto e analizzato: «Già 20 anni fa una ricerca di Riccardo Terzi aveva evidenziat­o che la base dei nostri iscritti non corre rispondeva a quella degli elettori di sinistra, e lo ha confermato di recente uno studio Ipsos. Ma d’altra parte l’azione sindacale e l’orientamen­to politico sono due cose diverse, noi dobbiamo fare un mestie- previso. E che la base operaia non si riconosca nella sinistra è un problema che riguarda anche altri Paesi, a partire dagli Stati Uniti. Ora sta a noi capire come dare risposte concrete, anche sapendo che c’è gente che non vota più».

«I problemi del Pd e della sinistra con il lavoro dipendente sono cosa nota — conferma Bresciani —. Spesso la sinistra non dà risposte nette, mentre Lega e M5S danno ricette semplici a questione complesse. Dicono: cancelliam­o la Legge Fornero e il Jobs act, e su queste basi raccolgono facilmente i consensi. Ma sono risposte che oltre ad essere semplicist­iche sono anche mistificat­orie, perché non so quanto siano applicabil­i e potrebbero avere conseguenz­e disastrose».

Per gli operai Gori è un comunista col Rolex, il Pd sul lavoro è assente Mirco Rota Coordinato­re Siderurgia Fiom Ma dalla Lega e dal M5S arrivano solo risposte semplicist­iche Luigi Bresciani Ex segretario Cgil Bergamo

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