Le quote di Ubi ad Axa I francesi nelle Gavazzeni
Rilevate le azioni in Humanitas. Sulla cessione degli immobili «no comment»
Ifrancesi di Axa hanno rilevato le azioni in Humanitas appartenute a Ubi. Un’operazione da 60 milioni di euro per entrare nel gruppo sanitario e in un’immobiliare. Non è confermata al momento l’intenzione di Axa di rilevare gli immobili delle cliniche, che resterebbero comunque in capo a Techint, la società che controlla Humanitas.
I rispettivi uffici stampa sono abbottonatissimi. «Non commentiamo quanto riporta la stampa» rispondono gentilmente da Humanitas, mentre Axa chiede l’inoltro di una mail con la domanda scritta nera su bianco. Che resta senza risposta, perchè «la posizione della compagnia è di non commentare». Questione che si riassume così: Humanitas ha ceduto ad Axa alcuni asset del suo patrimonio immobiliare? La notizia, o meglio l’indiscrezione riportata dal Sole 24Ore di ieri, segue un lancio di alcuni giorni fa in cui, appunto, sempre a livello di rumors, la cessione di alcuni immobili risultava allo stesso quotidiano come elemento di una trattativa tra il gruppo ospedaliero presieduto da Gianfelice Rocca e il colosso assicurativo francese. Notizia che riguarda anche il territorio, dal momento che tra questi immobili, sarebbero ricomprese anche le gloriose Cliniche Gavazzeni di Bergamo.
Trecento milioni, questo il range indicato complessivamente per cinque siti ospedalieri in capo ad Humanitas, per un’operazione di «sale e leaseback», inglesismo che indica un’operazione finanziaria con cui una parte cede un bene in proprietà ad un’altra società da cui poi ottiene di utilizzare il bene stesso. L’immobile non è più tuo, insomma, ma ci rimani dentro e continui a fare quello che ci facevi prima. Cosa che, in ambito sanitario privato, ha una sua ratio industriale netta: ci si libera della «zavorra» dei muri e ci si concentra sul core business della sanità. Poi, magari con il ricavato delle vendite si investe in altri ambiti o in altre strutture. In quest’ottica potrebbe rientrare, oltre una possibile nuova apertura a Catania (notizia sempre da indiscrezioni di stampa), anche il dossier che la stessa Humanitas ha aperto sulle Cliniche Castelli, struttura ospedaliera privata del centro cittadino presieduta da Andrea Moltrasio che, con la compagine azionaria di riferimento, sta valutando le diverse ipotesi di sinergia e cooperazione.
Se dunque il comparto immobiliare resta sullo sfondo e nell’ambito dei «si dice», senza conferme, su un altro aspetto c’è, invece, l’ufficialità della stessa Humanitas relativa al «subentro da parte di un altro investitore nella quota societaria detenuta da Ubi Banca». Con il 5,3% Ubi è infatti il secondo azionista di Humanitas che Gianfelice Rocca controlla all’88% attraverso la Nova Tehol (Techint European Holding), mentre la banca risulta anche azionista dell’Immobiliare Mirasole, la società per azioni costituita alla fine degli anni 80 per la realizzazione del Polo Humanitas di Rozzano. Entrambe le partecipazioni (storiche per l’istituto bergamasco che le ha ereditate da Centrobanca) iscritte a bilancio di Ubi con un «fair value» di 41,8 milioni di euro (la Mirasole) e 20,5 milioni (Humanitas spa) sono state cedute. Cifre che,
I numeri Un’operazione da 60 milioni per entrare nel gruppo sanitario e in un’immobiliare
secondo i principi contabili, indicano il corrispettivo al quale le partecipazioni potrebbero essere (state) scambiate in una libera transazione tra le parti. Ubi ed Axa, appunto. Un’operazione che mette «linearità» alla partecipazione di Ubi in Humanitas: non avrebbe avuto senso rimanere nella compagine azionaria e uscire dalla Mirasole. A questo punto i venti francesi soffiano sempre più forti.