L’ERMELLINO CHE «VESTE» LA GIUSTIZIA
In Italia e in quasi tutta Europa vive l’ermellino, piccolo mammifero carnivoro, lungo circa 30 centimetri, in grado di pattugliare i boschi e le radure alla ricerca di piccoli roditori, uccelli,
e insetti. In una notte è in grado di percorrere anche 15 chilometri. D’estate il mantello assume un colore rosso-bruno sul dorso e bianco-giallastro sul ventre; in inverno invece è bianco candido ad eccezione della punta della coda che rimane nera. La loro pelliccia, soprattutto nell’aspetto invernale, è impiegata da tempo per realizzare stole o rifiniture di toghe di rettori o di giudici di Cassazione, indossate durante cerimonie solenni (non è un caso che ci si riferisca a volte ai giudici della Cassazione come agli «ermellini»). Secondo il giurista Francesco Carnelutti «la toga è un costume maestoso che magnifica non tanto la persona, quanto la funzione e l’ordine sociale che ha fornito l’investitura […] e sottolinea la separazione tra gli officianti il rito e gli altri». In Italia la presenza dell’ermellino è limitata alle Alpi dove vive a quote relativamente elevate. La specie ha subito una drastica riduzione di densità sia perché uccisa in quanto ritenuta dannosa per la predazione operata nei confronti di covate di galliformi e di altra selvaggina sia per il valore della pelliccia. È importante sottolineare che le stole di ermellino indossate dai Rettori sono di materiale sintetico in grado di soddisfare sia la salvaguardia delle popolazioni di ermellino sia l’adempimento di una cerimonia solenne come l’inaugurazione dell’anno accademico.