LE CIVETTE (al Parco Ticinello) CANTERINE
I volatili si possono vedere in città nelle aree verdi o nei fabbricati «Il loro richiamo ci aiuta a scovarli Ma servono più nidi artificiali»
Ètra i rapaci notturni (Stringiformi) la specie urbana più comune. Abita in oltre 55 capoluoghi italiani. Milano tra questi. È la civetta l’animale che gli antichi greci consideravano sacro per la dea della sapienza Atena: da qui il nome scientifico Athene noctua. Non pochi esemplari si possono osservare al Parco Ticinello. I più attenti potranno vederli anche di giorno. Marco Mastrorilli, ornitologo e fotografo naturalista, spiega infatti: «La civetta ha l’abitudine di muoversi, di riposarsi e persino di alimentarsi anche in pieno giorno rendendosi visibile agli occhi talvolta increduli di molti neofiti naturalisti». Cerca cioè di sfruttare in modo ottimale l’ecosistema che ha colonizzato. L’esperto aggiunge che questa specie è molto comune nei parchi ma anche nelle zone suburbane, industriali. Riesce a riprodursi nelle intercapedini dei fabbricati, nei sottotetti. Una pista per trovarla la fornisce il suo canto. Tra i rapaci notturni è la specie che ha la maggior variabilità: «Fino a 23 note diverse che mescolate formano piccole melodie non comparabili con quelle dei passeriformi». Una capacità «sinfonica» di modulare canti molto diversificati che la rende un caso unico.
Athene noctua si nutre di insetti, è ghiotta di coleotteri. Ma può adattarsi e, in inverno, nutrirsi di micromammiferi e invertebrati, in primavera in presenza di piogge abbondanti dedicarsi alla cattura di lombrichi. A differenza dei gufi, ama cacciare nei prati. È abituata a convivere con l’uomo. «Un tempo si riproduceva nei gelsi capitozzati — aggiunge Mastrorilli —, ma scomparsi i filari di alberi s’è adattata». L’ideale, per aiutarla, sarebbe collocare nidi artificiali in luoghi strategici. Dove ciò è stato fatto, la popolazione di civette è cresciuta in modo importante. Non è possibile oggi dire quanti esemplari abitino nel capoluogo lombardo. Ma l’uso di nidi artificiali «può essere considerato il miglior sistema di tutela e salvaguardia della specie unita alla conservazione del territorio».
La civetta, avverte Mastrorilli, è «la specie in Italia che subisce in modo maggiore il fenomeno della mortalità stradale, specialmente con i giovani». Su una nidiata media di quattro piccoli, si stima che nei primi nove mesi mamma civetta possa perderne i tre quarti . Letture utili: «Il gufo cerca casa. Guida ai nidi artificiali per i rapaci notturni» di Mastrorilli, Cipriani, Loschi (edizioni Noctua Book). Informazioni sul sito Internet Gruppoitalianocivette.it.