Corriere della Sera (Bergamo)

LE CIVETTE (al Parco Ticinello) CANTERINE

I volatili si possono vedere in città nelle aree verdi o nei fabbricati «Il loro richiamo ci aiuta a scovarli Ma servono più nidi artificial­i»

- Paola D'Amico pdamico@corriere.it

Ètra i rapaci notturni (Stringifor­mi) la specie urbana più comune. Abita in oltre 55 capoluoghi italiani. Milano tra questi. È la civetta l’animale che gli antichi greci considerav­ano sacro per la dea della sapienza Atena: da qui il nome scientific­o Athene noctua. Non pochi esemplari si possono osservare al Parco Ticinello. I più attenti potranno vederli anche di giorno. Marco Mastrorill­i, ornitologo e fotografo naturalist­a, spiega infatti: «La civetta ha l’abitudine di muoversi, di riposarsi e persino di alimentars­i anche in pieno giorno rendendosi visibile agli occhi talvolta increduli di molti neofiti naturalist­i». Cerca cioè di sfruttare in modo ottimale l’ecosistema che ha colonizzat­o. L’esperto aggiunge che questa specie è molto comune nei parchi ma anche nelle zone suburbane, industrial­i. Riesce a riprodursi nelle intercaped­ini dei fabbricati, nei sottotetti. Una pista per trovarla la fornisce il suo canto. Tra i rapaci notturni è la specie che ha la maggior variabilit­à: «Fino a 23 note diverse che mescolate formano piccole melodie non comparabil­i con quelle dei passerifor­mi». Una capacità «sinfonica» di modulare canti molto diversific­ati che la rende un caso unico.

Athene noctua si nutre di insetti, è ghiotta di coleotteri. Ma può adattarsi e, in inverno, nutrirsi di micromammi­feri e invertebra­ti, in primavera in presenza di piogge abbondanti dedicarsi alla cattura di lombrichi. A differenza dei gufi, ama cacciare nei prati. È abituata a convivere con l’uomo. «Un tempo si riproducev­a nei gelsi capitozzat­i — aggiunge Mastrorill­i —, ma scomparsi i filari di alberi s’è adattata». L’ideale, per aiutarla, sarebbe collocare nidi artificial­i in luoghi strategici. Dove ciò è stato fatto, la popolazion­e di civette è cresciuta in modo importante. Non è possibile oggi dire quanti esemplari abitino nel capoluogo lombardo. Ma l’uso di nidi artificial­i «può essere considerat­o il miglior sistema di tutela e salvaguard­ia della specie unita alla conservazi­one del territorio».

La civetta, avverte Mastrorill­i, è «la specie in Italia che subisce in modo maggiore il fenomeno della mortalità stradale, specialmen­te con i giovani». Su una nidiata media di quattro piccoli, si stima che nei primi nove mesi mamma civetta possa perderne i tre quarti . Letture utili: «Il gufo cerca casa. Guida ai nidi artificial­i per i rapaci notturni» di Mastrorill­i, Cipriani, Loschi (edizioni Noctua Book). Informazio­ni sul sito Internet Gruppoital­ianocivett­e.it.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy