Violenza ultrà Un ferito e festa macchiata
Il questore di Reggio: traditi gli annunci di pace
Secondo il questore di Reggio Emilia Antonio Sbordone, vent’anni d’esperienza alla Digos di Napoli, prima della partita tra Atalanta e Lione non c’è stato un semplice attacco di tifosi francesi alla polizia. No, «l’altra fazione, quella atalantina, aspettava i rivali, per uno scontro, e noi eravamo nel mezzo. È andata in scena la tipica logica ultrà». Il ferito più grave è un bergamasco, Simone Provenzi, 34 anni, di Seriate, inserito nell’ambiente della Curva Nord: una bottiglia incendiaria è esplosa mentre la teneva in pugno. Ricoverato a Modena, i medici hanno tentato di salvargli la mano. Provenzi è stato denunciato per detenzione di materiale esplodente. Un tifoso francese è stato invece arrestato per resistenza a pubblico ufficiale. Quattro auto delle forze dell’ordine sono state danneggiate. «Sono amareggiato — dice il questore Sbordone — hanno tradito gli annunci di pace».
Si chiama Simone Provenzi, ha 34 anni, di Seriate, una passione per l’Atalanta che dura da sempre e che l’ha portato a inserirsi pienamente, negli ultimi anni, nel mondo della Curva Nord e della tifoseria organizzata, anche con ruoli decisionali. Da giovedì sera è ricoverato al Policlinico di Modena, dove è stato sottoposto a un intervento chirurgico delicato: i medici stanno tentando di salvargli una mano, quella con cui ha impugnato una bottiglia incendiaria, che è esplosa mentre la teneva in pugno. Una ferita gravissima e una denuncia per detenzione di materiale esplodente.
Non si è trattato, secondo il questore di Reggio Emilia Antonio Sbordone, in servizio per 20 anni alla Digos di Napoli, di un incidente casuale. Perché, stando agli accertamenti iniziali della polizia emiliana, prima di Atalanta-Lione, giovedì, le frange più accese delle due tifoserie avrebbero cercato lo scontro, senza riuscirci, perché gli agenti sono rimasti nel mezzo. Ma i danni ci sono stati comunque: Provenzi è in ospedale e ci resterà più giorni, nella speranza che le sue condizioni migliorino. Tre agenti contusi dal lancio di petardi e bottiglie, due auto dei carabinieri, una della polizia e una della locale danneggiate. E un supporter francese arrestato per resistenza a pubblico ufficiale: sarà processato oggi per direttissima.
La ricostruzione
Ma cos’è successo? Secondo la questura di Reggio i tifosi francesi, circa 300 persone, sono rimasti tranquilli, in centro città, almeno fino alle 17, quando sono stati invitati a spostarsi verso lo stadio, perché in centro stavano per arrivare i primi gruppetti di bergamaschi. E attorno alle 18 i sostenitori del Lione erano già attorno allo stadio, in un’area ben precisa, per accedere al settore ospiti. Il buio era calato da un pezzo, quando qualcuno ha iniziato a sollevare il cappuccio del giubbotto, altri ad alzare le sciarpe sul volto e ad accendere fumogeni. È iniziata così una sorta di fuga dei francesi verso una delle strade principali attorno al Mapei Stadium, via Gramsci. In più occasioni gli ultrà d’Oltralpe avrebbero tentato di forzare i blocchi della polizia, tenendo i fumogeni accesi, lanciando qualche petardo e correndo di continuo. Almeno 130 persone in movimento con un gruppetto più contenuto di atalantini, ipotizza la polizia, che stava aspettando lo scontro, dall’altro lato del cordone di forze dell’ordine, tra lanci continui di petardi, bombe carda, bottiglie di vetro.
Le dichiarazioni
«È stato proprio così, la tipica situazione che si crea quando due tifoserie cercano lo scontro», racconta il questore Antonio Sbordone, in servizio a Reggio da inizio novembre, vent’anni di esperienza alla Digos di Napoli. «Non ci ho visto il semplice attacco della tifoseria
francese alla polizia, ma ben altro — prosegue —. C’erano gli ultrà del Lione che spingevano da un lato e quelli atalantini in attesa dall’altro, anche loro impegnati nel lancio di bottiglie e petardi. Noi nel mezzo, a tentare di tenere sotto controllo la situazione. Complessivamente saranno state 350 persone, tutte impegnate a tentare di trovare il contatto con la fazione opposta». Sbordone esprime amarezza, a Reggio non era mai accaduto nulla durante il girone di Europa League. Anzi, prima dell’esordio con l’Everton il 14 settembre, l’ex questore Isabella Fusiello aveva anche incontrato una delegazione della Curva Nord, raccontando pubblicamente i contenuti emersi da quell’incontro: «Mi hanno annunciato che verranno a Reggio assolutamente in pace». «Sembrava così anche giovedì, sono dispiaciuto proprio perché entrambe le tifoserie avevano lanciato segnali di serenità, almeno ufficialmente — prosegue Sbordone —. E invece ho il sospetto che si siano messi d’accordo per cercare lo scontro in una zona ben precisa attorno allo stadio. Sono riusciti tutti a rovinare una bella serata di calcio».
Le indagini
Gli accertamenti del caso sono già iniziati. La polizia non ha dubbi sul coinvolgimento di Simone Provenzi (già imputato al processone di Bergamo sui fatti per il periodo 20092012) e sul fatto che non si sia trovato una bottiglia incendiaria in mano per caso. Gli identificati con certezza, però, risultano solo lui e il rivale francese arrestato. Nessun altro. «Attorno allo stadio c’è un ottimo sistema di videosorveglianza, così come all’interno dell’impianto — spiega il questore —. I filmati saranno utili per le identificazioni e ora inizierà un lavoro di ricostruzione fotografica, ma anche video, in collaborazione naturalmente con la Digos di Bergamo per quanto riguarda la fazione atalantina. L’obiettivo è identificare più responsabili di quanto accaduto, con certezza».
I fatti Un plotone di francesi si è staccato dal settore ospiti. In attesa un gruppo di atalantini Antonio Sbordone, questore Tipica logica da supporter violenti, potrebbero anche essersi messi d’accordo per entrare in contatto. E le forze dell’ordine erano nel mezzo Il bilancio Danneggiate 4 auto delle forze dell’ordine. Due agenti contusi da petardi e bottiglie