LO SPOT PEGGIORE
Togliere agli ultrà lo scontro con i rivali e con gli sbirri è come togliere Babbo Natale ai fanciulli. Lo scontro è parte primaria ed essenziale dei loro rituali. Chi non capisce questo articolo uno della questione, nemmeno dopo decenni di guerre civili, è in malafede. Oppure è sbarcato due ore fa da Saturno. Purtroppo, non sono pochi. E tra questi brillano anche alcuni prefetti e alcuni questori, che per ignoranza della materia continuano a confondere i tifosi con gli ultrà. Il risultato è che ogni volta ci cascano: vedono una popolazione mite e buontempona che viaggia per l’Europa con i bagagliai carichi di salami, vedono lo spirito da sagra che accompagna questo miracolo atalantino, e credono subito di aver addomesticato l’intero popolo dello stadio. Errore imperdonabile: ci sono sempre gli ultrà. Tutto un altro mondo. Tutta un’altra cultura. Atalanta-Lione non è l’occasione per festeggiare la più bella impresa della nostra Dea. Per loro è l’appuntamento bellico con i colleghi francesi, così da dimostrare nei fatti chi è padrone del territorio. Vai con gli scontri, gli sbirri sempre in mezzo a prenderle da entrambe le parti e poi trascinati in tribunale per dimostrare che non hanno esagerato con il manganello. Anche questa volta è un capolavoro. Mesi e mesi di spettacolo per girare lo spot simpatia sulla squadretta irresistibile e su tutti noi brava gente di Bergamo, una sola notte per girare l’altro spot, purtroppo l’unico che resterà in giro per l’Italia e per il mondo: ecco a voi il violento e trinariciuto tifo orobico, sempre uguale, che mai cambierà.