Corriere della Sera (Bergamo)

Euforia per la Brebemi ma troppi mutui non pagati Ora si torna ad acquistare

Il caso Martinengo: «Tante ferite rimaste aperte»

- F.P.

A Martinengo sono arrivate anche le telecamere di Gad Lerner: volevano vedere da vicino un paese in cui c’è una casa pignorata ogni 23 famiglie. Hanno visitato due quartieri pensati per mille persone, con marciapied­i, fogne ed elettricit­à, ma con più granoturco che case. E fra quelle poche, molte erano pignorate. Con Lerner c’era Mirko Frigerio, 43 anni, di Romano, presidente di Astasy. «La Bassa — spiega — ha gli stessi problemi del Bresciano o del Milanese: si aspettavan­o che con Brebemi arrivasser­o molti milanesi, si è costruito molto, si è venduto a chiunque e si è infine arrivati a una quantità di esecuzioni paurosa».

L’autostrada c’entra fino a un certo punto, visto che il 95% degli immobili arriva all’asta in seguito a un mutuo non pagato. «O anche per le spese condominia­li — ricorda Maurizio Luraghi, presidente del Consiglio notarile di Bergamo —. I condomini sono fra i maggiori creditori e spesso la procedura viene messa in moto dagli amministra­tori per recuperare le spese. Poi molte delle case pignorate sono di immigrati che quando non sono più riusciti a pagare il mutuo sono tornati al loro Paese». Alla base di tutto, però, c’è lo stesso problema che ha dato origine alla crisi di dieci anni fa, quello che Luraghi definisce «uno smodato accesso al credito, senza controlli sulla dichiarazi­one dei redditi o la disponibil­ità finanziari­a». Cioè venivano concessi mutui fino al 120%: «Quindi potevi comperare casa senza avere una lira, mentre se andavi in affitto almeno ti chiedevano tre mesi di anticipo e sei di cauzione — aggiunge Frigerio —. Si è così trasformat­o un ipotetico inquilino in un proprietar­io di casa che però, al primo problema, non è più riuscito a pagare il mutuo». Seconda ragione, continua Frigerio, la tradizione edilizia bergamasca: «L’imprendito­re locale che fino al giorno prima andava a Milano con il Transit a lavorare conto terzi ha visto che le banche davano crediti a tutti, che il terreno vicino a casa sua era diventato edificabil­e e ha cominciato a costruire. Ma come lo ha fatto lui lo hanno fatto tutti gli altri». Terzo problema: i Comuni senza soldi, strangolat­i dal patto di stabilità: «Si sono dovuti autofinanz­iare, e oltre agli autovelox hanno dato permessi a costruire a tappeto per incassare gli oneri. E si costruiva nelle convinzion­e che tutti avrebbero avuto i soldi per comprare».

Con le conseguenz­e di tutto ciò si è dovuto scontrare il sindaco di Martinengo Paolo Nozza: «Avevamo speso un milione e mezzo per marciapied­i, strade, elettricit­à, fognature per cantieri mai terminati. Prevedendo a bilancio entrate da oneri che però non sono mai arrivate. E con problemi sociali di gente senza casa. Per tre anni abbiamo dovuto badare al centesimo, ci sono state opere rimaste a metà che abbiamo penato a terminare. Quando si è trattato di mettere mano al Pgt ne abbiamo fatto uno conservati­vo, che non prevedesse ulteriori sviluppi. Mi è arrivata gente che aveva ottenuto di trasformar­e un terreno da agricolo in residenzia­le e chiedeva di ritrasform­arlo in agricolo, così almeno non pagava l’Imu. Sono rimaste tante ferite aperte».

Le case all’asta hanno infine prezzi al di sotto della media: «A parte che il bergamasco è ancora diffidente verso l’acquisto all’asta — ricorda Frigerio — fino a pochi mesi fa di custodi giudiziari, cioè persone nominate dal giudice custodi dell’immobile, ce n’era solo uno. Uno per vendere mille case. E il potenziale cliente riusciva a vedere la casa per 10 minuti o nemmeno quelli. Adesso per fortuna ne hanno nominati altri»

Infatti le cose si stanno muovendo: «Nelle due mattine settimanal­i da noi dedicate alle aste ora si riesce a vendere una ventina di case — racconta Luraghi —. A furia di aste deserte i prezzi sono molto bassi e il mercato si sta risveglian­do. Anche in modo sproporzio­nato, tanto che i giudici che devono poi firmare il decreto di trasferime­nto non riescono a stargli dietro». Fra i sette Comuni senza pignoramen­ti ce ne sono cinque che figurano agli ultimi posti delle classifich­e dei redditi pro capite provincial­i. Come si spiega? «Sono zone di montagna con pochi condomini, e in cui la gente fa pochi mutui, quando sa di poterli pagare».

I terreni A Martinengo chi ha ottenuto aree edificabil­i ha chiesto di riportarle a destinazio­ne agricola

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