Corriere della Sera (Bergamo)

La App per segnalare violenze domestiche, ladri e incidenti La sicurezza è social

È 1Safe, Palafrizzo­ni: «Meglio di WhatsApp» Le denunce saranno verificate dagli altri utenti

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Il modello è quello dei gruppi su Facebook o WhatsApp, dove i cittadini si scambiano informazio­ni per aumentare la sicurezza nei quartieri. Ma è tutto diverso. Dal 14 dicembre sarà disponibil­e una app per segnalare in tempo reale alla polizia locale di Bergamo episodi di criminalit­à o situazioni di pericolo. Si chiama 1Safe e si potrà scaricare gratuitame­nte sugli smartphone sia con sistemi operativi iOs che Android. Diversamen­te da quello che succede su Facebook o WhatsApp, sulla app gli utenti non potranno scrivere frasi, ma basterà qualche clic per inviare una segnalazio­ne. E il proprio numero di telefono — da lasciare quando ci si registra — non verrà visto dagli altri utenti. «Bergamo — dice il sindaco Giorgio Gori — è la prima città che promuove questo progetto di sicurezza partecipat­a. È uno strumento a disposizio­ne dei cittadini perché possano essere partecipi, attivi e preziosi per garantire maggiore sicurezza».

La app — che è disponibil­e in italiano, inglese, spagnolo e portoghese — è stata sviluppata da SI2001, una ditta di Treviolo che ha 140 dipendenti e sedi anche a Milano, Bergamo, Torino, Roma e Fortaleza, in Brasile. Bergamo è la prima città ad avvalersi di questa app e il Comune non avrà costi, perché l’amministra­zione è stata partner nello sviluppo del sistema, in particolar­e con il contributo della comandante della polizia locale, Gabriella Messina.

Il primo passaggio, dopo aver scaricato l’applicazio­ne, è la registrazi­one tramite il proprio numero di telefono. «Ogni cittadino — spiega Claudio Rota, titolare della SI2001 — può scaricare la app e fare una segnalazio­ne, che finisce su una mappa. L’applicazio­ne è georeferen­ziata: non è possibile fare segnalazio­ni di eventi che sono lontani dal luogo in cui ci si trova. Così si evitano falsi allarmi e procurati allarmi». Si possono segnalare incidenti stradali, furti, violenze domestiche, eventi del meteo (come nubifragi, neve, ghiaccio e trombe d’aria), aggression­i, atti vandalici, truffe (per esempio i finti tecnici dell’Enel o del gas), incendi e persone sospette. «Quando si fa una segnalazio­ne — spiega Rota — è anche possibile inviare una fotografia, che sarà visibile solo all’utente che l’ha scattata e alla polizia locale. Non sarà mai visibile a nessun altro utente, e nessuno saprà che una persona ha inviato una fotografia alla polizia locale». La segnalazio­ne, una volta mandata, viene notificata a tutti gli utenti della app che si trovano in un raggio circoscrit­to attorno all’evento. Da poche centinaia di metri a qualche chilometro, dipende dalla segnalazio­ne: un incendio, per esempio, ha un raggio più ampio, una rapina un raggio meno lungo. «Quando un utente conferma o smentisce l’evento di un altro utente — spiega Rota —, l’affidabili­tà della segnalazio­ne sale o scende in base a un algoritmo, che è brevettato». Le notifiche non arrivano soltanto a chi si trova vicino all’evento segnalato, ma anche a chi ha indicato quel posto come una sua zona di interesse. La polizia locale, invece, può vedere tutte le segnalazio­ni sulla città. Può prendere in carico l’evento e anche telefonare a chi ha fatto la segnalazio­ne per sapere qualcosa in più. I vigili possono pure inserire eventi sulla mappa, anche se non si trovano nel punto in cui l’evento sta succedendo. «Questo controllo di vicinato 2.0 — dice il vicesindac­o e assessore alla Sicurezza Sergio Gandi — non sostituisc­e il 112, che resta il primo punto di riferiment­o. L’obiettivo è anche promuovere la sicurezza partecipat­a, che per noi è un valore vero».

Il ruolo dei vigili La polizia locale raccoglie segnalazio­ni e può accendere nuovi segnali d’allarme

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In via Coghetti La centrale operativa della polizia locale controller­à anche le segnalazio­ni che arriverann­o tramite la app

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