Corriere della Sera (Bergamo)

La speranza in gol Stanza di cure speciali per bomber Leo Gritti

In stato vegetativo dal 2012, la gara di solidariet­à

- PIetro Tosca

Sarà un taglio del nastro particolar­e quello in programma il giorno di Santa Lucia alla Rsa Cerruti di Capriate San Gervasio. Ci saranno tutti i suoi amici storici e ci sarà lui, Leonardo Gritti, il calciatore treviglies­e che dal 2012, vittima di un infarto, risiede nella Rsa, ricoverato nel reparto di stati vegetativi. Una carriera la sua che era arrivata sino alla Serie B, da attaccante del Monza, prima di dover tornare a giocare in provincia a causa degli infortuni. Bomber Leo, come tutti lo conoscono, però se ne era fatto una ragione, aveva avviato due ristoranti continuand­o a giocare per passione. Era in forza all’Arzago, il 7 giugno, quando al termine di una gara fu colpito da un malore. Dopo i ricoveri in più ospedali, è stato portato nella struttura di Capriate. Gli amici e i compagni di squadra hanno continuato a stargli accanto. È stato fondato anche il gruppo Leo9 (dal numero di maglia) per attività benefiche e per organizzar­e ogni anno la sua festa di compleanno.

Un’energia positiva in un reparto difficile, in cui la speranza fa fatica a entrare. «Invece gli amici, i conoscenti, i compagni di squadra, hanno mes- so in moto qualcosa — spiega Mirko Campini, parente di Leo —, hanno acceso una miccia, riportando la voglia di darsi da fare. Nel luogo più lontano dalla vita è riaffiorat­o l’entusiasmo e il desiderio di provarci, tutti insieme». È nato così, circa due anni fa, il progetto «Ancora vita», di cui Campini è stato chiamato a far da coordinato­re, a cui partecipan­o le famiglie dei pazienti ricoverati, i loro amici e conoscenti. Tutti, con la direzione sanitaria, hanno pensato a un’iniziativa che potesse servire ai loro cari. «Ne sono nati due obiettivi — spiega il coordinato­re —: una grande vasca per la riabilitaz­ione in acqua che è stata inaugurata l’anno scorso e poi volevamo provare a dotare la struttura di una sala multisenso­riale. È una ambiente in cui si crea una situazione di grande suggestion­e e stimolazio­ne attraverso le luci, l’olfatto e la musica, ma non solo. La persona è stesa su materasso ad acqua collegato a una cassa musicale che trasmette le vibrazioni attraverso l’acqua. I famigliari si stendono accanto per vivere insieme un momento di empatia e recuperare una certa intimità dello stare insieme, che normalment­e non può avvenire in un reparto».

Le stanze multisenso­riali normalment­e sono impiegate per l’autismo o l’Alzheimer. «Il nostro — precisa Campini — sarà un progetto pilota per l’utilizzo in un reparto di stati vegetativi». Un risultato reso possibile grazie a una gara di solidariet­à durata un anno e mezzo, servita a raccoglier­e i 25 mila euro necessari. Gli amici di Leo sono stati in prima fila con serate al pub e molte altre iniziative. Tutte le famiglie dei ricoverati hanno dato una mano. Sono state organizzat­i anche spettacoli teatrali e banchetti nei mercatini. Contributo importante da Ubi Banca. Mercoledì il taglio del nastro. Un regalo per Leo e gli altri pazienti. «È stato un percorso lungo — conclude Campini — che abbiamo fatto insieme a tante famiglie e l’unico rammarico è che qualcuno non sarà con noi per il taglio del nastro».

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 ??  ?? L’ex calciatore A sinistra, e sopra, Leo Gritti. In alto, la nuova stanza per la stimolazio­ne sensoriale
L’ex calciatore A sinistra, e sopra, Leo Gritti. In alto, la nuova stanza per la stimolazio­ne sensoriale
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