Piccoli sogni in viaggio La fiaba di Santa Lucia Un bimbo scrive i suoi desideri Ma qualcosa va storto...
C’era una volta una lettera. «A!», diranno subito i piccoli lettori. Eh no, non era una lettera dell’alfabeto, ma una lettera indirizzata a qualcuno, scritta a mano, come adesso se ne trovano poche. Questa, poi, era speciale: era scritta da un bambino. Iniziava così: «Cara Santa Lucia...».
Il piccolo Francesco la scrisse in stampato maiuscolo, e fece anche qualche bel disegno con i pennarelli. Poi chiamò la mamma: «L’ho finita!». «Fa’ vedere...», disse lei. «L’hai fatta da solo? Che bravo! Il giorno della vigilia la porteremo alla chiesa di Santa Lucia». Come molti sanno, questa è una tradizione molto importante a Bergamo.
Quando il gran giorno arrivò, il bambino prese la lettera, se la mise in tasca, scese veloce le scale, uscì dalla porta e si diresse in macchina. Ma in quel momento, la lettera gli cadde dalla tasca. Nessuno se ne accorse, tutti salirono in auto, e partirono.
A questo punto lasciamo che Francesco, del tutto ignaro dell’accaduto, si diriga a Bergamo in macchina, e vediamo quello che accadde alla letterina, che è ben più insolito. La povera piccola lettera, tanto per cominciare, atterrò in una pozzanghera. «Ehi! Ohi! Ahi! Bleah!», esclamò. Non poteva crederci: era stata lasciata indietro! Si tirò su, puntellandosi sugli angoli, e cammina cammina si allontanò dalla pozza, scuotendosi per asciugarsi. «Per fortuna sono fatta di carta buona e nessuna parola si è cancellata», pensò. Ma adesso come avrebbe fatto ad arrivare in tempo per Santa Lucia?
Mentre rifletteva, sentì una voce alle sue spalle: «Ehi, tu». La letterina si voltò. Davanti a lei, c’era un volantino. «Non ti ho mai visto da queste parti — disse il volantino —. Che cosa pubblicizzi?». «Io non pubblicizzo niente — rispose la lettera —. Sono una lettera!». Il volantino si avvicinò e si mise a leggerla. Una cosa molto maleducata! Bisognerebbe sempre chiedere il permesso, prima di leggere qualcun altro in faccia. Il volantino declamò: «Cara Santa Lucia, vorrei una nave pirata», «un aeroplanino», «veder sorridere mamma e papà». E concluse: «Vedi? Anche tu fai pubblicità». «Queste non sono pubblicità — spiegò la lettera —. Sono sogni». Lo salutò velocemente e si incamminò per la sua strada. «Se sei un sogno — le urlò contro il volantino —, sappi che i sogni perduti non vanno da nessuna parte!».
La lettera non gli diede retta e camminò nella direzione in cui aveva visto sparire la macchina di Francesco. Ma cammina cammina, alla fine giunse in riva a un fiume. Non sapeva come fare, quando ripensò alla nave pirata disegnata dal suo bambino. Allora rifletté: «Posso diventare una barchetta di carta!». E con una certa fatica si piegò per trasformarsi in una barchetta. Fu un po’ doloroso, ma alla fine fu soddisfatta. Navigò a lungo, tutta contenta, finché non arrivò molto vicino alla città.
Approdata a riva, incontrò uno scontrino: «Chi sei?» le chiese lui. «Sono una lettera». «Mi sembri una barca». «Sono una lettera, e sto cercando la chiesa di Santa Lucia. Sai dirmi quale strada prendere?». Lo scontrino sbuffò: «Puah! Letterine di Santa Lucia! E io che ti credevo una cosa seria! Guarda me, che ho dei numeri, belli stampati e in fila! E guarda te, con i tuoi sciocchi disegnini». «Sono illustrazioni!», si difese la letterina, e se ne andò.
Non c’erano più fiumi da navigare. Alla lettera venne un’idea. «Diventerò un aeroplano, come Francesco ha disegnato!». E fece qualche piega nuova. Quando fu pronta, aspettò il vento... che la sollevò in aria! Stava volando!
Tutta contenta, ripensò con una certa soddisfazione allo scontrino scontroso e al volantino che non sapeva volare. Se li era lasciati alle spalle. Da lassù, vide il fiume e la valle che aveva appena lasciato. Era arrivata in città. Ormai era quasi buio.
Il vento all’improvviso calò. La lettera precipitò. Cadde, cadde... e atterrò nel mezzo nella pista di pattinaggio in piazza della Libertà. Qui bambini e adulti sfrecciavano sui pattini, che hanno lame veloci e taglienti. La lettera ebbe paura di essere fatta a fettine! Ma una mano umana la raccolse: «To’, una lettera di Santa Lucia», disse una voce. Era un signore gentile, che portò la lettera nella chiesa di via XX Settembre, insieme a tutte le altre. In quel momento entrò Francesco, insieme ai suoi genitori. Il bimbo controllò le tasche, ma la lettera non c’era! Stava per preoccuparsi, quando un fruscio attirò la sua attenzione. Era lei, tutta spiegazzata e un po’ provata dal viaggio, ma sembrava anche più bella di prima.
«Non ti ho mai visto da queste parti — disse il volantino —. Che cosa pubblicizzi?». «Io non pubblicizzo niente — rispose —. Sono una lettera!». Il vento all’improvviso calò. La lettera precipitò. Cadde, cadde... e atterrò nel mezzo nella pista di pattinaggio in piazza della Libertà