Divieti, sì di tutto il consiglio
Il no ad alcuni negozi divide il consiglio solo durante la discussione. Torna lo scontro sull’adesione all’Isrec
Centrodestra critico, in Consiglio comunale, sui divieti per alcune tipologie di negozi in Città Alta: ma alla fine il voto è positivo. E torna invece la polemica sull’Isrec.
Le votazioni filano lisce, ma non manca qualche discussione durante l’esame delle delibere. Sul regolamento a tutela di Città Alta, tutti a favore: l’unico astenuto è Davide De Rosa (Lista Tentorio), dopo il rigetto di un suo emendamento, che avrebbe riammesso fra le merceologie tollerate sulla Corsarola rosticcerie, tavole calde e negozi di articoli da regalo. Il centrodestra si mette di traverso, nel dibattito, su un provvedimento «arrivato in aula già blindato» (copyright del forzista Gianfranco Ceci), perché già vagliato dalla Regione. L’amministrazione, è l’accusa, avrebbe bypassato il Consiglio, interpellato solo a giochi fatti. «È un errore politico», contesta Franco Tentorio, che denuncia una «sudditanza psicologica» e ravvisa, nel merito, «alcuni divieti non giustificati». Fabio Gregorelli (M5S) plaude alla protezione dei «centri storici, penalizzati dalle eccessive aperture “mordi e fuggi”». La classificazione, sulla base dei codici Ateco, secondo Danilo Minuti (Lista Tentorio) rischia di accomunare i fast food alle realtà artigianali. «Eliminiamo le attività che ri- teniamo dissonanti rispetto a Città Alta», spiega il sindaco Giorgio Gori, insistendo sulla salvaguardia della vocazione residenziale del borgo.
La discussione s’avvelena sul rinnovo dell’adesione, sorretta da contributi per 45 mila euro, del Comune all’Isrec nel triennio 2017-2019. Gregorelli lamenta un «canale preferenziale». Andrea Tremaglia (FdI) legge coloriture politiche nell’istituto: cita «manifesti abusivi» e imputa «collaborazione con un’associazione che ha svolto atti vandalici». La delibera passa, con contrario il centrodestra e astenuti i Cinquestelle. Quando Minuti evoca le «strumentalizzazioni della sinistra che tira fuori lo spauracchio del fascismo per ricompattarsi», la maggioranza leva gli scudi. «In un momento di grave minaccia, spero solo culturale — replica il capogruppo dem Massimiliano Serra —, ai valori fondanti della Costituzione, la memoria deve essere sostenuta». E Luciano Ongaro (Sinistra Unita) auspica il «monitoraggio sul nazismo e il fascismo di oggi».