Corriere della Sera (Bergamo)

« IN TRE MINUTI RUBATI CON UN CLIC 20 ANNI DI LAVORO »

A processo per file copiati un ex dipendente e calciatore

- di Giuliana Ubbiali

Maglie, gagliardet­ti, cappelli. Loghi e scritte. Serse Pedretti li produce dal 1998 con la sua Onis, sedi a Spirano e in Svizzera. Che cos’è la sua azienda l’ha raccontato a processo. Ha denunciato Michele Legrenzi, un passato da calciatore da giovanissi­mo e grafico, suo ex dipendente. Lo accusa di aver copiato 20 anni di dati aziendali su un hard disk, dopo aver dato le dimissioni. Ma il ragazzo nega il tentativo di furto e a sua volta ha denunciato l’imprendito­re. Sostiene che il salvataggi­o era una routine e che in quei dati c’erano anche informazio­ni personali.

Serse Pedretti ha iniziato nella taverna di casa, a Zanica, nel 1998. Ora per la sua Onis fa la spola tra Spirano e la Svizzera, dove ha una sede aziendale e la residenza. Calcio, pallavolo, hockey, ora anche le guardie elvetiche. I clienti decidono il logo e le scritte e la sua ditta li mette su parastinch­i, berretti, magliette, gadget. Per anni, l’Atalanta. Per una volta l’imprendito­re ne parla a processo, nella duplice veste di parte civile e imputato (avvocato Antonella Rosso di San Secondo).

La prima perché sotto accusa c’è Michele Legrenzi, 26 anni, di Clusone, il sogno del calcio nella Primavera dell’Atalanta sfumato dopo un incidente e un rene perso per via di uno scontro di gioco, in Eccellenza. Pedretti l’ha denunciato di aver tentato di rubare i segreti industrial­i, tradendo la sua fiducia, lui che «ai ragazzi che lavorano per me davo il mio cellulare su cui ho 1.300 numeri anche di giocatori, da Bobo Vieri a Insigne, e da Paolo Belli a Ramazzotti». A sua volta Legrenzi, ieri assente perché è diventato papà, lo accusa di esercizio arbitrario delle proprie ragioni. «Onis è la nostra vita e descrivere la nostra vita in poche righe non è facile ma ci proviamo», si legge sul sito dell’azienda. Si ca-

pisce, allora, perché Pedretti, 53 anni, il logo «Sion» della squadra di calcio elvetica sulla berretta e i capelli «che da due mesi non ho il tempo di tagliare» riassuma così il motivo del processo: «In tre minuti mi ha portato via 20 anni di azienda».

Il 10 ottobre 2013 Legrenzi, che da un paio di anni lavora come grafico alla Onis, decide di andarsene. «Era andato a giocare per una squadra di un nostro concorrent­e e mi aveva chiesto di uscire due ore prima facendo l’oraio continuato. Gliel’ho negato, non l’ho mai concesso a

nessuno , qui se serve si lavora al sabato e d’estate non si fanno vacanze perché c’è il boom di lavoro. Gli ho detto di stare a casa subito, consumando le ferie». Dopo una riunione «con i ragazzi, ho sempre fatto lavorare i giovani», Pedretti va da lui alla scrivania dell’open space. «Ho visto che con il corpo copriva una scatola nera, gli ho chiesto cosa fosse, ha risposto “è roba mia” ma ho insisto per vedere. Ha acceso il computer e le cartelle erano Onis, Onis, Onis. “Stai portando via l’azienda”, gli ho detto». L’azienda, Pedretti lo sottolinea, «è a gestione familiare, il made in Italy contro i colossi, 7 giorni su 7 di lavoro, 14 ore al giorno». Legrenzi mette in un sacchetto la «scatola nera» e la lascia lì. La prenderann­o i carabinier­i dopo la denuncia del titolare. «Avevo detto al padre di Legrenzi, che per me era sempre stato un bravo ragazzo, di risolvere tutto dal mio avvocato ma non ha voluto. Allora ho denunciato».

La sera stessa l’imprendito­re va dai carabinier­i. L’azienda è tutta lì, dice, nei listini e nei fornitori: «Sono fondamenta­li, ognuno se li custodisce gelosament­e. I miei clienti chiedono anche solo pochi pezzi, devi trovare chi te ne fa 100 - 200. Per individuar­e i fornitori delle berrette sono andato 7 volte in Turchia. Non li trovi su Internet, devi cercarli nei quartieri, ho girato con l’interprete. Solo lo scorso anno per questi viaggi ho speso 70.000 euro».

Ma al pm Gianluigi Dettori, difeso dall’avvocato Paola Zimbaldi di Milano, il ragazzo ha denunciato un’altra storia. Parlerà il 26 febbraio. Faceva sempre il backup dell’azienda, ma conservava anche documenti sanitari privati. Voleva che Pedretti li cancellass­e, o riavere l’hard disk e cancellare quelli aziendali. Sul materiale ha lavorato un perito: sono 33.213 file, in 214 cartelle, quasi 9 gigabyte, scaricati dalle ore 10.20 alle 12.51.

La difesa Il ragazzo ha contro querelato: «C’erano documenti personali, volevo li cancellass­e»

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Dal 1998 L’azienda Onis ha la sede a Spirano ed è anche in Svizzera

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