Via alle celebrazioni dei 50 anni con Michele Gazich
Un anno di celebrazioni. L’anteprima è il 21 dicembre con il concerto di Natale di Michele Gazich
Il grande avvenire dietro le spalle del primo mezzo secolo dell’Università di Bergamo ha due date, un inizio, il 21 dicembre prossimo, e una fine, il dies natalis, l’11 dicembre del 2018, ma tutto quello che ci sarà nel mezzo può essere considerato molto più che celebrativo in senso stretto. Impegnativo, piuttosto e molto, tra opere di ristrutturazione (il Chiostro Piccolo e il Chiostro Grande in Sant’Agostino), la facciata della sede di Dalmine e l’edificazione del progetto Montelungo con l’atteso campus. Sono progetti (edilizi soprattutto) che, nella loro importanza realizzativa, fanno da sponda alle varie iniziative che l’Ateneo bergamasco metterà in campo, guardando oltre se stesso e il proprio mondo. Niente di auto-celebrativo, ma qualcosa di inclusivo, nel segno di un’università sempre più aperta al territorio che, a sua volta, guarda all’ateneo con attenzione. «Non è un caso che molte realtà, anche con anniversari alle porte, ci chiedano come poter collaborare o ideare qualcosa insieme», chiarisce il rettore Remo Morzenti Pellegrini, che rifugge l’idea delle sponsorizzazioni. Meglio la partecipazione a tutto quello che l’università, ora più che mai in fermento, metterà in campo in un anno che, comunque storico, segnerà una svolta.
L’anno giubilare comincerà il 21 dicembre con uno straordinario concerto di Michele Gazich, musicista, produttore artistico, poeta, compositore proprio in quell’aula Magna in Sant’Agostino che, più di tutto, è stato il simbolo di una «rinascita». «Gli antichi monasteri non erano solo luoghi di preghiera e raccoglimento, ma anche di conservazione e divulgazione della cultura — ha proseguito il rettore — ritrovarci secoli dopo in questo luogo come Università è un grande segno di continuità nel tempo e nella storia della nostra città. Investire in cultura per renderla accessibile e farne strumento di crescita personale e specchio di un’identità collettiva è una delle missioni dell’Ateneo, che siamo chiamati a onorare ogni giorno e ancora di più in occasione di questo cinquantesimo anniversario». Sant’Agostino meriterà una visita in più, anche per ammirare qualcosa di inedito, come ha illustrato in modo entusiasta don Giovanni Gusmini, parroco di Sant’Andrea. In seguito al restauro voluto dall’Ateneo e sostenuto da Ubi Banca, sarà di nuovo possibile ammirare i sei oli su tela con Episodi della vita di San Nicola da Tolentino di Giovanni e Marziale Carobbio del 1748 e un’opera di Giovanni Antonio Sanz, il busto in legno scolpito e dipinto di San Nicola da Tolentino, risalente agli inizi del XVIII secolo.
L’iniziativa, finalizzata ad incrementare la fruizione da parte dei cittadini del patrimonio artistico che queste tele rappresentano, vedrà la loro ricollocazione nella sede originaria, che le ha ospitate fino al 1798.
Investire in cultura è una delle missioni dell’Ateneo Remo Morzenti Pellegrini Rettore