Corriere della Sera (Bergamo)

Dopo l’ospedale, il rilancio «Ora altre fermate»

Rossi: anche in via dei Caniana e tra Curno e Mozzo per le valli. E il Policlinic­o la vuole a Ponte

- Fabio Paravisi

Doppia inaugurazi­one all’ospedale: la fermata ferroviari­a ( foto) e i parcheggi per i dipendenti. E si rilancia: la possibilit­à di ulteriori fermate all’Università, fra Mozzo e Curno, e a Ponte. E la richiesta alla Regione di acquistare i diritti di superficie dei parcheggi, per arrivare magari ad azzerare le tariffe.

Una fermata c’è, di un’altra si parla da tempo, e ora se ne stanno studiando altre due, forse tre. Se il treno da domenica si ferma davanti all’ospedale di Bergamo, si moltiplica­no i progetti per farlo sostare in molti altri punti. Sono spuntati proprio ieri, nel corso dell’inaugurazi­one ufficiale della struttura che permette di fare arrivare al Papa Giovanni 37 treni al giorno. L’idea è del presidente della Provincia Matteo Rossi: vorrebbe creare una nuova fermata all’altezza di via dei Caniana per dare un servizio all’Università e una fra Mozzo e Curno che possa servire da punto di interscamb­io per chi arriva da Isola, Val Brembana e Valle Imagna. In più, la Regione è stata contattata dal Gruppo San Donato che vorrebbe una fermata all’altezza del Policlinic­o di Ponte San Pietro. E che si aggiungere­bbero a quella, già approvata, davanti all’ospedale di Seriate. L’idea di via dei Caniana, vista la scarsità di spazio e la posizione soprelevat­a della ferrovia, ha fatto alzare un sopraccigl­io perplesso all’assessore alla Mobilità di Bergamo Stefano Zenoni. Per la seconda, invece, Rossi ha incontrato ieri sera il sindaco di Mozzo Paolo Pellicciol­i e l’assessore di Curno Perlita Serra. «Noi abbiamo pronto uno spazio dietro l’Esselunga, ma è piccolo e defilato, forse sarebbe meglio una soluzione in zona municipio — spiega Serra —. A Mozzo potrebbe esserci un’altra fermata, magari alla Dorotina. Quando ci saranno due binari, uno potrebbe essere riservato al treno, e l’altro potrebbe convivere con una linea di metrò leggero». Per entrambi i progetti, spiega Vincenzo Macello, direttore produzione Lombardia di Rfi, «si sta lavorando a un tavolo congiunto con Regione e Comune per trovare la quadra con i requisiti funzionali del servizio metropolit­ano e la compatibil­ità del progetto. I costi rientrano nei 70 milioni dell’attuale contratto di servizio». L’idea di Ponte San Pietro è invece complicata dalla presenza della stazione a un solo chilometro di distanza: «Noi abbiamo dato la nostra disponibil­ità a contribuir­e economicam­ente — conferma Francesco Galli, ad delle strutture bergamasch­e del Gruppo San Donato —. Se si vuole una linea metropolit­ana bisogna dare più servizi possibile».

Nel frattempo taglio del nastro alla fermata del Papa Giovanni, realizzata in 65 giorni e dotata per la prima volta in Italia di marciapied­i e scale riscaldate contro il ghiaccio. E con uno stile, ha ricordato Macello, «che riprende i viali dell’ospedale. È il primo passo di un cammino da fare insieme». Rosso il nastro tagliato alla fermata, verde quello per il vicino parcheggio, mezz’ora dopo. E vista la presenza dei tre candidati alla presidenza della Regione tira un’aria da campagna elettorale. Con Giorgio Gori che quando parla dei finanziame­nti alle opere li attribuisc­e solo a Rfi (con successiva puntualizz­azione, en passant, dell’assessore regionale Alessandro Sorte). E Roberto Maroni che quando si parla di un discorso da fare tra un anno e mezzo dice: «Venite pure a parlarne con me». Mentre il grillino Dario Violi preferisce restare fra il pubblico: «La fermata è un progetto importante — commenta poi — ma ci sono forti criticità su questa linea che non vengono risolte. E si stanno rilanciand­o troppe opere su gomma».

«Gli unici difetti di questo ospedale erano legati all’accessibil­ità — ricorda Gori —. Oltre al treno, da fine gennaio, con un investimen­to da 8 milioni dell’Atb, qui ci sarà il capolinea della linea C, che collegherà tutti i quartieri con l’ospedale. E arriverà un mezzo pubblico ogni 7 minuti e mezzo: se la gente smetterà di venire in macchina sarà un investimen­to ben speso. In più ci sarà anche l’eliminazio­ne dei passaggi a livello di via King con 5 milioni di Rfi e poi di quelli di via Pizzo Recastello e via Moroni. E visto che Rfi è al lavoro sulla progettazi­one del collegamen­to con l’aeroporto,

Contro il ghiaccio Marciapied­e e scale sono dotati di riscaldame­nto: è la prima volta in Italia

direi che la “Cura del ferro” fa un passo avanti».

«Sentire gente che dice “questa fermata ci cambia la vita” ci ricorda il motivo per cui tutti noi siamo impegnati in politica: per progettare il futuro — spiega Sorte — . Ora rilanciamo sul trasporto pubblico locale. Con i bandi di gara che saranno aggiudicat­i tra dicembre e febbraio faremo costruire 100 nuovi treni. E visto che stiamo immaginand­o la Bergamo del futuro, direi che è una bella giornata per i nostri cittadini».

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Il servizio La fermata al Papa Giovanni XXIII è attiva da domenica, ieri l’inaugurazi­one ufficiale con le autorità

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