«Così la frana ha travolto la nostra casa»
Mezzoldo, operaio mette in salvo moglie e figli. Ora sono sfollati: l’avevamo segnalato
Piange in silenzio, Stefano Lazzarini. L’altra notte ha messo in salvo moglie e due figli dopo che una frana ha invaso la sua abitazione, a Mezzoldo. Operaio di 48 anni, aveva appena finito di pagare il mutuo di quella casa, ora inagibile: «Avevamo già scritto due volte alla Provincia», denuncia. La frana ha bloccato anche la provinciale per il Passo San Marco. In paese si sono tutti attivati per aiutare la famiglia.
Alla fine si appoggia con la schiena al muretto ancora coperto di fango, poi si accoccola e piange silenziosamente, stringendo la tazza del thermos con caffè caldo che una vicina gli ha appena offerto. Stefano Lazzarini è in piedi da sedici ore, durante le quali ha visto la montagna sfondargli la porta e riversarsi in casa, ha corso nel torrente di fango con in braccio uno dei due figli e adesso sta cercando di ripulire quel che può senza sapere quando riuscirà ad entrarci e come sarà per i prossimi mesi la vita della sua famiglia.
Sedici ore prima, cioè a mezzanotte e 10, Stefano Lorenzini, 48 anni, operaio alla Bbm di San Pellegrino, sua moglie Donata Manganoni, 45 anni, commessa in un negozio di abbigliamento, e i loro figli Michele di 8 anni e Cristina di 6, stavano dormendo nel loro appartamento di Mezzoldo che è in cima a una palazzina di cinque alloggi (quattro usati come seconde case), sulla provinciale per il Passo San Marco, e che dà direttamente sul pendio della montagna e sulla secolare via Priula. La casa ha 50 anni e la coppia ci vive dal 2003, anno del matrimonio.
«Siamo stati svegliati dal botto, c’erano i muri che tremavano — mormora Lazzarini —. Sono corso a vedere e c’erano terra, pietra e alberi che avevano sfondato porta e finestre, avevano attraversato il soggiorno ed erano usciti dall’altra parte. Si sentiva odore di gas perché era stato distrutto anche il contatore. Io e mia moglie ci siamo infilati qualcosa, abbiamo messo delle tute ai bambini, poi li abbiamo presi in braccio e siamo scappati dalla parte opposta, lungo la scala condominiale che scende sulla provinciale e lì ci siamo trovati a correre con l’acqua e il fango alle ginocchia».
Dal pendio che sovrasta la palazzina si erano staccati 300 metri cubi di terra e rocce, che dopo avere strappato pezzi di casa, divelto ringhiere e sostegni del balcone, erano precipitati lungo il pendio cadendo sulla provinciale, abbattendo la ringhiera e due capanni di legno fino ad arrivare quasi sulle rive del Brembo.
Quando il sole è sorto i vigili del fuoco hanno trovato casa e auto coperte di fango e alberi, con il tetto che si stava incurvando per la mancanza di sostegni sul balcone. In tanti sono arrivati a dare una mano: vicini, volontari della Protezione civile, il messo comunale, assessori, gente che tornava dal primo turno in fabbrica. Hanno tolto gli alberi, liberato la casa dal fango e puntellato la tettoia, poi gli uomini hanno sgomberato l’esterno e le donne hanno pulito l’interno. «È bella questa solidarietà — commenta il sindaco Raimondi Balicco — forse hanno capito che solo per caso qui non ci sono stati quattro morti». La famiglia è ora ospite dai genitori di lei, ma due famiglie di Mezzoldo che vivono lontane hanno offerto in prestito gli appartamenti che usano d’estate.
«E dire che avevamo appena finito di pagare il mutuo — commenta sconsolato Lazzarini —. Ma dalla provinciale qui sopra è da tanto tempo che scende acqua. Ho scritto due volte in Provincia ma mi han- no risposto che non hanno soldi». Cauto il sindaco: «Un geologo ci ha spiegato che è una frana di cedimento: il terreno non ha più retto il peso di neve e pioggia». La provinciale è stata chiusa tutto il giorno. Lo Ster ha piazzato quaranta cubi di calcestruzzo come contenimento e un new jersey al posto della ringhiera.
Nelle stesse ore a Riva di Solto un masso è caduto sulla provinciale, che resterà chiusa per qualche giorno. I ragazzi di Tavernola che studiano a Lovere potranno usare i battelli della Navigazione Laghi. A Gandellino esondazione del torrente della Valle Pesel.
(ha collaborato Francesco Ruffinoni)