La Filarmonica ricorda Pavarotti in Oman
Buona la prima, la seconda è solo questione di ore e la terza esibizione è già in cantiere. La Filarmonica del Festival pianistico internazionale di Bergamo e Brescia ha scelto la Royal Opera House Muscat in Oman come seconda casa. Dopo il concerto di gennaio con Placido Domingo, questa sera i 64 giovani componenti dell’orchestra diretta dal maestro Fabrizio Maria Carminati ricorderanno Luciano Pavarotti nel decimo anno della scomparsa. In scena i vip della lirica, i soprani Fiorenza Cedolins e Sumi Jo e i tenori Marcello Giordani e Franco
Meli e quattro giovani cantanti della Luciano Pavarotti Foundation.
A presentare il concerto, che sarà preceduto dall’inaugurazione di una mostra dedicata a big Luciano, c’era Nicoletta Mantovani. «Hanno lo stesso spirito della Fondazione Pavarotti — ha detto la moglie — sono giovani e sono riusciti con entusiasmo nel concerto a Verona a creare un’atmosfera familiare. C’è una condivisione fortissima e ricordare Luciano è un’emozione molto forte. Un’emozione che in loro sono sempre riuscita a trovare. Luciano metteva sempre il cuore in tutto quello che faceva, cantava per l’amore verso la sua arte, non per diventare famoso:
“Oggi ho cantato bene”, diceva, domani canterò ancora meglio. Era sempre pronto a imparare dagli altri; questo stesso spirito lo trovo in questi giovani». Per il concerto il teatro è sold out: tutti occupati i 1.180 posti della Rohm. «La Filarmonica del Festival — ha precisato il direttore generale dell’Opera Oman Ita, Umberto Fanni — torna per la seconda volta in un anno». Un rapporto che si sta consolidando, come ricorda il maestro della Filarmonica Pier Carlo Orizio «che ci porterà a Muscat anche nel 2018». Per un progetto per ora ancora top secret. Si sa solo che sarà «tecnologico».