Pd in tensione. E FI aspetta la Gallone
Il nome condiviso è Marzia Marchesi, ma l’ipotesi Riccardi genera malumori tra i dem
Le candidature alle Regionali mettono in tensione il Pd in città, dove il nome più forte è quello di Marzia Marchesi ma l’ipotesi Francesca Riccardi provoca qualche malumore nel partito. Nel centrodestra, la Lega tiene tutti i giochi aperti, mentre Forza Italia aspetta Alessandra Gallone, che deciderà dopo le Feste.
Parola d’ordine: prematuro. È prematuro parlare di liste per le Regionali, è prematuro parlare di liste per le Politiche. La verità è che naturalmente dentro i partiti non si parla quasi di altro. Anche perché il 4 marzo, data del voto nazionale (e forse anche di quello lombardo), non è così lontano.
Il Pd ha dato una forma anche pubblica alla scelta dei nomi per le Regionali e questo ha portato a galla, più che in altre forze, la tensione. E la tensione si concentra soprattutto nel capoluogo, dove le scelte si fanno più complicate, condizionate da giochi di corrente e piccole guerre personali. La giocata in anticipo di Niccolò Carretta, renziano e tesserato dem che sarà candidato con la Lista Gori, ha irritato molti e obbligato a rivedere le strategie. Sul nome di Marzia Marchesi, presidente del Consiglio comunale, di area ex Ds (Antonio Misiani, Sergio Gandi, Giacomo Angeloni) a questo punto potrebbero convergere anche la categoria dei renziani delusi, pronti a sostenerla in ticket con Jacopo Scandella. Dipenderà dalla legge elettorale (doppia preferenza di genere o meno), perché la Marchesi non è un nome che verrà speso per fare numero. Comunque, c’è anche l’ipotesi Francesca Riccardi, consigliere comunale del Pd, di discendenza ex Psi, renziana non proprio della prima ora, vicina all’area del deputato Giovanni Sanga: ma la candidatura femminile in città potrà essere una sola e il nome della Riccardi sta generando qualche mugugno nelle prime file del partito. L’unica cosa certa è che Bergamo avrà più tempo per decidere rispetto agli altri territori della provincia, che esprimeranno i primi nomi prima di Natale. L’assemblea cittadina invece è in programma solo per l’8 gennaio. A quel punto molti giochi saranno fatti, anche per le Politiche. Si capirà, ad esempio, se oltre alla candidatura (in ordine di probabilità) degli uscenti Giovanni Sanga, Elena Carnevali, Antonio Misiani e Beppe Guerini, ci sarà spazio per il segretario provinciale Gabriele Riva e per la consigliera trevigliese Laura Rossoni (alla ricerca di un’ipotesi di ticket, non proprio facile, con Sanga). Alle Regionali, invece, la Bassa difficilmente proporrà nomi forti e sarà un campo di battaglia in cui se la giocheranno per l’elezione il presidente della Provincia Matteo Rossi e il sindaco di Ciserano Enea Bagini (altro tesserato nella Lista Gori).
Dall’altra parte della barricata, la Lega vive una strana atmosfera di totale incertezza sui nomi e contemporanea convinzione di portare a casa parecchi posti, sia in Regione che a Roma. Oltre agli uscenti (tra i quali è Giacomo Stucchi il meno vicino a Salvini), i nomi buoni sia per Roma che per Milano sono quelli di Claudia Terzi, Simona Pergreffi, Giovanni Malanchini, oltre al segretario Daniele Belotti (Camera o Senato). Forza Italia invece ha solo due certezze: Gregorio Fontana alle Politiche e Alessandro Sorte a Milano. Alessandra Gallone si è presa qualche settimana per decidere se essere della partita per le Regionali: il suo impegno dipende anche dalla possibilità di correre in ticket (e non in competizione) con Sorte. Ma anche dall’ipotesi, di più lungo periodo, di una candidatura a sindaco di Bergamo per il centrodestra.
Gli azzurri Per la Gallone il ticket con Sorte ipotesi preferibile Sullo sfondo il 2019