Telecamere nel palazzo del delitto irrisolto
Colognola, dove fu uccisa Daniela Roveri. Furti nel quartiere, spunta l’idea delle ronde
Nell’atrio del palazzo di via Keplero in cui il 20 dicembre di un anno fa venne uccisa Daniela Roveri sarà installata una telecamera. E altre saranno messe negli ingressi di tutto il grande condominio. Non per paura degli assassini (il delitto è tuttora irrisolto) ma dei ladri: a Colognola sono sempre più numerose le segnalazioni di furti in abitazioni. Tanto che qualcuno sta per organizzare delle «passeggiate per la sicurezza».
Qualche residente di Colognola prova a fare un bilancio: 16 furti in un mese, due aggressioni e un’auto rubata e abbandonata. «La gente ha paura», dice una signora che risiede in un condominio di via Keplero. Qui, il 20 dicembre di un anno fa, è stata uccisa Daniela Roveri. Un delitto ancora irrisolto (il 20 dicembre, alle 18.30, nel parco di via Keplero, si terrà un momento di riflessione, in memoria della Roveri). E nei prossimi giorni, nel palazzo in cui viveva la donna, verranno installate telecamere di videosorveglianza, a spese dei condomini. «L’omicidio ha creato paura, ma quel che spaventa ora sono i furti e il motivo delle telecamere è questo», spiega la residente. Ne saranno installate una decina, interne, una per ogni atrio, e serviranno a monitorare la situazione anche nelle scale e all’ingresso dell’ascensore. «Costeranno 5 mila euro, cioè 50 euro a condomino. Siamo stati tutti favorevoli alla proposta».
«L’allarme sicurezza c’è — dice Cristina Laganà, presidente dell’associazione Help Mum
di Colognola —, ma c’è anche una risposta dell’amministrazione. Il vicesindaco Sergio Gandi ha accettato di incontrarci a gennaio pubblicamente». Lo scorso gennaio, a poche settimane dall’assassinio della Roveri, il comitato Help Mum ha lanciato un appello e raccolto 1.200 firme per chiedere «un aumento della videosorveglianza, una maggiore illuminazione e la manutenzione del verde pubblico, che
sembra una banalità, ma copre i lampioni». A distanza di quasi un anno, «la videosorveglianza non è stata ampliata per intoppi burocratici — continua Laganà —, ma speriamo che dall’incontro esca qualcosa di positivo. Chiediamo cinque videocamere in punti strategici, sul perimetro del quartiere, a presidiare le vie di fuga». E specifica: «Qualcosa è stato fatto: è stato aumentato il pattugliamento dalle 17 alle 20».
Sul gruppo Facebook «Sei di Colognola se...» c’è chi lancia l’idea di ronde notturne nel quartiere. Anche se non tutti sono d’accordo. «Meglio non improvvisarsi Spider Man — dice la presidente di Help Mum —. In alcune città, come Romano di Lombardia, funziona il “controllo del vicinato”, una rete, in accordo con il Comune, dove ogni cittadino si impegna a segnalare pericoli, ma dalla propria finestra, senza andare in strada. Anche di questo parleremo con il vicesindaco». L’idea delle ronde di quartiere nasce da un gruppo di quattro o cinque residenti. «Non vogliamo fare nulla di pericoloso — dice un trentacinquenne che parteciperà alle ronde —. È un’iniziativa apolitica e si tratterà solo di passeggiare in gruppetti durante gli orari critici. La prima cosa che faremo, se noteremo qualcosa di strano, sarà chiamare le autorità». Poi cita il ca-
Controllo del vicinato Su Facebook è nata l’idea di organizzare nel quartiere le ronde notturne
so di un suo conoscente che due settimane fa ha sentito i ladri: «Sono scappati e lui li ha rincorsi e dispersi, ma quelli, quando si sono resi conto di essere due contro uno, sono tornati indietro e hanno messo in fuga lui». Alcuni degli ultimi furti, sostiene, «sono stati eseguiti da due o tre persone, con scalate anche al secondo o terzo piano».