Vandalo indisturbato, tre spaccate
Dopo il doppio colpo di 24 ore prima, ancora bar e negozi nel mirino: nessuno l’ha fermato
Continuano le spaccate in centro. In azione forse lo stesso che aveva agito la notte prima. Stavolta, sempre armato di pietre, alle 23.30 di mercoledì ha sfondato la porta del «Brooklyn bar» di via Camozzi rubando 200 euro dalla cassa. Poi, fra le 5 e le 6 di ieri ha tentato di spaccare a sassate le porte del bar «De Berghem» e del negozio «Tiffany» di viale Papa Giovanni.
Sassi sulle vetrine, due furti riusciti e tre tentati in due notti, in pieno centro a Bergamo. Dalle telecamere di sorveglianza dei locali sembra che il responsabile — forse più un vandalo con il desiderio di far danni, che un ladro professionista — sia sempre lo stesso che martedì notte aveva rubato al bar Escondido dopo aver provato a entrare nella tabaccheria Mangili. Tra mercoledì e ieri ha agito indisturbato mettendo a segno un altro furto e tentandone altri due. Intorno alle 23.30 di mercoledì ha sfondato la porta del Brooklyn bar di via Camozzi 66, rubando 200 euro dalla cassa, poi, intorno alle 5.15 di ieri, ha tentato di spaccare la porta del bar «De Berghem», alle Autolinee, e ha concluso la nottata alle 6 tentando di entrare al negozio Tiffany al civico 88 di viale Papa Giovanni XIII.
Il primo a parlare del furto subito è stato Indrit Babamusta, 46 anni, origini albanesi, che vive a Nembro. È titolare del Brooklyn, in cui lavora con Giorgio Chiarini, del bar Donizetti, ora in ristrutturazione: «Ho trovato un sasso di almeno 20 centimetri e la vetrina rotta, un buco da
cui il ladro è entrato. Si è anche tagliato perché c’erano tracce di sangue per terra nel locale. Ho aperto qui 3 mesi fa ed è già bello che non abbia rubato altro. Il ladro, incappucciato con una giacca blu e jeans, è stato visto scappare da una coppia di miei clienti che hanno chiamato la polizia». Gli agenti sono arrivati sul posto ma, a terra, c’erano solo un sasso e vetri rotti.
Più fortunato, invece, è stato Marcello Maroni, 33 anni di Albino, titolare del bar «De Berghem». Il suo dipendente, Massimo Marcassoli, 56 anni, è arrivato ieri mattina alle 5.30 con la sua moto da Pedrengo, e ha visto qualcuno buttare un sasso e scappare: «Non ho collegato subito — spiega Marcassoli che, senza saperlo, col suo arrivo ha fatto fuggire il ladro che da 20 minuti, secondo il video delle telecamere, stava tentando di sfondare il vetro —. Quando mi sono avvicinato ho visto il danno». Un danno di 500 euro è stato subito mezz’ora dopo anche da Davis Stortini, 40 anni di Cavernago, che con la moglie e il fratello gestisce il negozio d’abbigliamento «Tiffany», da 15 anni: «Ho trovato una mattonella per terra ma, fortunataStortini mente, non è riuscito a entrare. Purtroppo non è suonato l’allarme ma è arrivato comunque il messaggio e sono andato a vedere il video registrato dalle telecamere e l’ho visto». Anche
I fatti Vetrine infrante da un incappucciato con pietre e pezzi di cemento La tecnologia In Comune presentata 1Safe, la app per la sicurezza partecipata: è attiva da ieri
ha dato la stessa descrizione del ladro: incappucciato e con i jeans. Il sasso, per questo terzo colpo tentato nella notte, l’ha ricavato staccando un pezzo dal piedistallo degli ombrelloni del bar Vox, accanto al negozio. Rosanna Travaglini, dipendente del bar, ieri mattina alle 6 era arrivata nel locale da poco e stava pulendo prima dell’apertura. «Ho sentito un rumore fortissimo ma non sono uscita — spiega — perché ho avuto paura, ero da sola». Pochi soldi racimolati, per il vandalo in azione, ma quanti danni, in pieno centro, senza che nessuno sia riuscito a fermarlo.
Intanto, ieri pomeriggio, si è riunito in Comune l’osservatorio per la sicurezza partecipata, con i rappresentanti di tutti i quartieri. Claudio Rota, della SI2001, ha presentato l’applicazione 1Safe, scaricabile da ieri: è la soluzione adottata dal Comune di Bergamo per consentire a chiunque di segnalare, in tempo reale, eventuali situazioni critiche per la sicurezza, ma anche incidenti stradali. Gli esponenti della Malpensata sono stati critici sul fronte dello spaccio, quelli di Colognola hanno ribadito la paura su alcune circostanze emerse dopo l’omicidio di Daniela Roveri: ad esempio la scoperta di attività legate agli stupefacenti tra quei palazzi.