Piccolo romanzo di formazione di una bimba ribelle
Da stasera «L’inferno e la fanciulla»
«Il percorso di una ragazzina nel mondo degli adulti, un viaggio poetico e rabbioso per raccontare quanto è possibile diventare cattivi, ma soprattutto l’angoscia dell’essere intrappolati nella condizione di eterni bambini». Serena Balivo è la protagonista de «L’inferno e la fanciulla», primo capitolo della trilogia proposta dalla Piccola Compagnia Dammacco, il monologo di una giovane e promettente attrice, candidata premio Ubu 2017 (da stasera 0re 19.30 a domenica al teatro Parenti, via Pierlombardo 14, ingr. 15 euro). Sul palco uno spazio vuoto e l’attrice con il suo imponente costume e quella borsetta da cui escono i piccoli oggetti che l’accompagnano tra gli inferi, «niente a che vedere con l’inferno dantesco, qui si parla di quotidianità», dice la protagonista, «la bambina racconta del suo primo giorno di scuola, il vero debutto in società e le sue aspettative deluse, dai giochi con le compagne all’incontro-scontro con l’autorità, ma anche il primo innamoramento e le sue sofferenze».
Un cammino a tappe che dalla speranza passa alla frustrazione per arrivare all’insofferenza verso il potere e le sue leggi, ma se tutto ciò è vissuto da una giovanissima sapiente e ribelle, a farle da contraltare c’è l’Altra, la donna matura, «è la sua parte adulta che guarda se stessa, la voce della consa- pevolezza che ci fa riflettere sulla terribile distanza che c’è tra la vita che sognavamo e la realtà che stiamo vivendo». Il focus della compagnia fondata dall’attrice con Mariano Dammacco e Stella Monesi, continua a gennaio con «Esilio», la storia di uomo che perde il lavoro e con questo la sua anima e l’identità, l’ultimo appuntamento è in giugno con «La buona educazione», un nuovo spettacolo per riflettere sulla trasmissione di valori e ideali.