«Ricambio», la petizione che agita il Pd
Iniziativa partita dai renziani di Freedem, ma firmata da iscritti di aree diverse
Una raccolta di firme per chiedere un «ricambio generazionale» nelle liste del Pd per le prossime elezioni. È partita da Freedem ma è stata sottoscritta anche da simpatizzanti e iscritti al partito di aree diverse. Presentato solo ieri mattina alla riunione del gruppo (renziani della prima ora è una definizione, anche se parziale), è un documento che sta già provocando qualche nervosismo tra i democratici bergamaschi.
Spiega Renato Sarli, presidente di Freedem: «Il nostro non è un documento contro qualcuno, è un appello alla segreteria nazionale e a quella regionale perché si consenta di nascere a una nuova classe dirigente». È però naturale che se l’associazione indica il limite dei due mandati come obiettivo da raggiungere per il Pd, chi li ha raggiunti o superati si possa sentire messo in discussione: Giovanni Sanga e Antonio Misiani sono alla Camera da due legislature e mezza (quasi 12 anni), Mario Barboni ha fatto due mandati in Regione. «Sono persone con cui collaboriamo bene. Noi non facciamo nomi, ma poniamo una questione di metodo», dice Sarli. Dietro c’è la difficoltà di una parte della base del Pd locale, i cui iscritti si sono molto rinnovati negli ultimi tre anni, a riconoscersi nelle vecchie famiglie ex Ds, ex Margherita. Definizioni teoricamente superate, di fatto però perfettamente riprodotte dalla ripartizione dei posti ogni volta che il Partito democratico è chiamato a compilare le proprie liste elettorali.