«Allievi ufficiali, testimoni di legalità»
L’esortazione del generale agli allievi dell’Accademia Il direttore del Corriere: «Una battaglia di civiltà, da vincere con i valori»
Lo studio, l’addestramento, la palestra, la formazione, la disciplina: per i futuri ufficiali della Guardia di finanza tutto ricomincia con il nuovo anno accademico inaugurato ieri. «Ci viene chiesto di essere militari e studenti, ma lo consideriamo un momento irrinunciabile della nostra crescita. Se superiamo le difficoltà oggi, saremo in grado di farlo anche domani», è l’entusiasmo del tenente Marco Rapanotti. È a lui e al resto del futuro delle Fiamme Gialle che parla il direttore del Corriere della Sera, Luciano Fontana: «L’impegno è la ricostruzione di un’ etica civile di un Paese capace di espellere dalla comunità la corruzione, il clientelismo e la criminalità». «Siate testimoni di legalità», è l’esortazione ai suoi ragazzi del generale Virgilio Pomponi, comandante dell’Accademia che, sul tema, fa risuonare la massima agostiniana: «La legalità è il limite che ci rende liberi».
Le immagini, sul megaschermo, raccontano le loro storie. Chi, viterbese di nascita, scopre Bergamo come sua nuova città («ci venivo in vacanza dai nonni e ora costruisco qui il mio futuro») e chi, indossando la divisa per la prima volta, guardandosi allo specchio come nella vestizione del matrimonio, racconta di «un’emozione che non si può descrivere, il sogno che si realizza». C’è tutto un mondo giovane, di attese e di speranze, che scorre e cresce ogni giorno, e da anni, dietro quell’edificio tutto blu e finestre di via Statuto: l’Accademia della Guardia di Finanza. Lo studio, l’addestramento, la palestra, la formazione, la disciplina e con quelli una Bergamo capace di accogliere gli allievi con il calore di casa (che con la ristrutturazione degli ex Riuniti diventerà la Casa, con la C maiuscola).
Tutto ricomincia con il nuovo anno accademico, inaugurato ieri. All’emozionata compostezza delle giovani leve, si accompagna la consapevolezza di un doppio ruolo non facile da sostenere: «Ci viene chiesto di essere militari e studenti, ma lo consideriamo un momento irrinunciabile della nostra crescita. Se superiamo le difficoltà oggi, saremo in grado di farlo anche domani» afferma con piglio sicuro, il giovane tenente Marco Rapanotti, Capo Corso del 2° anno di Applicazione. Con un viso pulito e una verve che incanta la platea, potrebbe essere lui la declinazione più vera e immediata di un concetto forte, asserito nella prolusione del direttore del Corriere della Sera, Luciano Fontana: «Abbiamo bisogno di un fisco semplice, giusto e gentile nei rapporti con il cittadino, ma inflessibile ed onesto». Ecco, sentendolo parlare, con il suo entusiasmo, viene da immaginarlo, il tenente Rapanotti,quando entrerà in servizio, impegnato in indagini e condeve trolli, come il fisco impersonificato: giusto e gentile, ma inflessibile ed onesto. E competente: «Perché — ha proseguito Fontana — c’è bisogno di competenze e professionisti per contrastare un nemico che si è fatto liquido, la mafia non è più quella delle stragi, si è infiltrata in politica, si è fatta “moderna”». Da qui l’invito che è anche un monito: «L’orizzonte, lo sguardo, si fare più ampio – ha concluso il direttore del Corriere — questa, che è una battaglia di civiltà, si vince con i valori. L’impegno è la ricostruzione di un’ etica civile di un Paese capace di espellere dalla comunità la corruzione, il clientelismo e la criminalità».
Il tema forte, il topic,è quello della legalità che, ha evidenziato Fontana, «non è percepita come un valore assoluto» e che chiama i finanzieri ad un ruolo testimoniale. «Siate testimoni di legalità» è l’esortazione ai suoi ragazzi del generale di Brigata Virgilio Pomponi, comandante dell’Accademia che, sul tema, fa risuonare la massima agostiniana: «La legalità è il limite che ci rende liberi». Per Pomponi «è un pilastro» in un quadro statistico che denota percentuali tremende, anche solo sul fenomeno della corruzione diffusa: mancate denunce al 95,7% e oltre il 50% disposto a rifare quanto fatto per ottenere, nell’85,2% dei casi, il risultato prefissato. Illustra le tante iniziative di un’Accademia che opera nel segno dell’inclusività, agevolata dai «caratteri virtuosi del territorio bergamasco» e, infine, ai suoi allievi, Pomponi, chiede di «metterci passione, di essere motori di legalità» mentre alle sue spalle corrono le immagini dei Fratelli Wright, che avevano conquistato i cieli solo per l’ambizione di poter volare. Nulla di più. Il sentiment è molto simile: «Vi stiamo solo chiedendo di cambiare il mondo» ha concluso, lasciando spazio al mondo accademico, rappresentato dai magnifici rettori della Bicocca, Maria Cristina Messa, dell’ateneo bergamasco, Remo Morzenti Pellegrini e dal professor Pietro Masi dell’Università di Roma Tor Vergata.
Quello della formazione è il campo dove ha spaziato, in conclusione, anche il Generale di Corpo d’Armata, Filippo Ritondale, Comandante in Seconda ed Ispettore per gli Istituti di Istruzione della Gdf: «La mission dell’istituto è quella di fornire un supporto didattico attento ai cambiamenti e con elevati standard qualitativi».
Tutto riporta al motto, quel «moniti meliora sequamur» dello stemma: resi forti da ciò che abbiamo appreso, conseguiremo il meglio.
Da combattere La mafia non è più quella delle stragi, ma si infiltra in modo più moderno