Monza, la battaglia dei bar al Brianteo Locali sigillati e niente caffè per i tifosi
Il club calcistico contro il gestore che denuncia: «Vogliono togliermi l’attività»
Niente tè caldo, bibite o patatine per i tifosi del Monza Calcio. La decisione dell’amministrazione comunale di sottoporre a sequestro tutti i bar e i punti vendita dello stadio Brianteo e del centro sportivo Monzello costringerà i supporter biancorossi ad attrezzarsi con termos e panini fatti in casa. All’origine del provvedimento c’è una clausola inserita nell’ultimo contratto di gestione fra Comune e società che esclude espressamente dall’affidamento a terzi le attività di ristoro. Una clausola giudicata però illegittima da Marco Cavallo, storico barista dell’impianto, che si è rifiutato per tre giorni di liberare i locali incappando anche in una triplice sanzione da oltre tre mila euro e in una denuncia. Il caso è esploso dopo che lo stesso Cavallo ha esposto fuori dalla porta del bar un cartello che diceva: «Dopo 20 anni sono costretto a tenere chiusi i bar perché vittima di diffamazione e accanimento da parte del presidente Nicola Colombo che coinvolgendo il Comune sta cercando di espropriarmi le attività. Sempre Forza Monza».
In realtà la vicenda parte da lontano. È da almeno un anno che Cavallo e il numero uno di via Ragazzi del ’99 sono ai ferri corti. «Tutto è iniziato alla fine del 2016 — spiega Cavallo —, quando la società ha cominciato a non pagare le fatture dicendo che il contratto per il quale verso 12 mila euro l’anno doveva essere reinterpretato». Fra quel momento e l’esposizione del cartello, anche e sotto traccia, la tensione è aumentata progressivamente. Polemiche, scambi di accuse e mail di fuoco. Il tutto, mentre sullo sfondo l’amministrazione cercava senza successo di condurre in porto la gara d’appalto per la gestione dello stadio e del Monzello: aspetto attualmente regolato da un contratto «ponte» valido fino alla fine del prossimo giugno. «L’obiettivo della società è acquisire la gestione della ristorazione dei due impianti sportivi — spiega l’avvocato Laura Albano, legale di Marco Cavallo —. La clausola che vieta l’affidamento a terzi è illegittima. È stata inserita in quest’ultimo contratto, ma in quello precedente non c’era. Quando il mio cliente, che lavora con regolare autorizzazione, si è rifiutato di liberare i bar, è intervenuta la polizia locale prima elevando tre verbali da mille euro e rotti e poi apponendo i sigilli». Marco Cavallo dunque non ci sta e difende coi denti il posto di «barista biancorosso» ereditato dal padre. Le multe e il sequestro sono stati un duro colpo, ma la reazione dovrebbe arrivare a breve sotto forma di ricorso al Tribunale amministrativo della Lombardia. Obiettivo: ottenere una sospensiva e tornare al lavoro in attesa del giudizio di merito.
Sul fronte opposto, vale a dire quello della società biancorossa e dell’amministrazione comunale, non c’è molta voglia di commentare la situazione. «Il servizio Sport del Comune ha ricevuto una segnalazione secondo la quale all’interno del Brianteo e del Monzello era attivo un servizio di somministrazione di alimenti e bevande, senza autorizzazione — spiega l’assessore allo Sport, Andrea Arbizzoni —. La Polizia locale ha pertanto attivato le procedure di legge, sanzionando il titolare del bar». Nicola Colombo, oggi impegnato a Olbia con la squadra in una trasferta insidiosa, si è invece trincerato dietro un «no comment». Colombo ha rilevato il Monza Calcio dal fallimento due anni fa e adesso è in lizza per vincere la gara d’appalto da 45 anni indetta dal Comune. Il passo successivo sarà quello di dare via libera a un maxi intervento da 10 milioni di euro per la ristrutturazione dell’impianto (il progetto prevede l’inserimento anche di attività commerciali). I termini per presentare le offerte sono scaduti alla fine di novembre e quella di Colombo è l’unica manifestazione di interesse.