Liste, Pd diviso. Lega, corsa ai posti
Il Carroccio raccoglie le indicazioni dal territorio. Tre simboli per Maroni. Forza Italia, Sorte tra Milano e Roma L’appello alla «rottamazione» agita i democratici: Rossi firma, Gori no. Il caso Val Cavallina
È partita la corsa alle elezioni, sia Regionali che Politiche. Con il Pd agitato dall’appello alla rottamazione non sottoscritto da Matteo Rossi. Ma anche dalle candidature in Val Cavallina di esponenti della Bassa. La Lega prepara un turn over in Parlamento, con Consiglio che esce, Stucchi che va in Regione, Terzi e Pergreffi in salita. In Forza Italia possibile candidatura alle Politiche per Sorte.
«A me nessuno ha chiesto di firmare niente». E altro non dice Giorgio Gori sulla petizione lanciata dall’associazione Freedem, di area renziana, per chiedere alle segreterie nazionale e regionale del Pd di formare le liste elettorali favorendo un «ricambio generazionale». Traduzione: la ricandidatura di chi siede in Parlamento o in Consiglio regionale da tempo non andrebbe data per scontata, lasciando spazio a nomi nuovi, espressi dal territorio.
Il documento propone una rottamazione soft, senza puntare il dito contro nessuno. È chiaro però che l’iniziativa del gruppo, che ha nel proprio statuto l’obiettivo di stabilire il limite di due mandati per tutte le cariche elettive, crei qualche agitazione. Giovanni Sanga, alla Camera dal 2006, preferisce non commentare, Antonio Misiani (deputato con la stessa anzianità) sposta la questione: «È un’iniziativa legittima, ma lo statuto del Pd è chiaro. A mio parere, la cosa di cui tutti ci dovremmo preoccupare è la crisi di consensi del Pd, più che il numero di mandati di questo o quell’esponente». In molti stanno firmando, anche fuori da Freedem. A partire dal presidente della Provincia Matteo Rossi, che sarà in corsa per le Regionali: «Per me è un’iniziativa condivisibile — dice —, in una stagione importante, sul piano elettorale e congressuale. Non è una presa di posizione contro qualcuno e c’è grande apprezzamento per i nostri parlamentari, ma bisogna ripartire dall’impegno sui territori». Firmano anche Erik Molteni e Laura Rossoni, da sempre su fronti diversi (eufemismo) a Treviglio. Nei prossimi giorni sarà chiara anche la posizione del segretario provinciale Gabriele Riva, mentre il suo possibile successore Davide Casati, sindaco di Scanzorosciate da sempre vicino a Sanga, non ne ha saputo nulla, tra gite a Roma con le scuole e difficili connessioni internet. Di sicuro non firmeranno Niccolò Carretta, tesserato Pd che sarà candidato nella Lista Gori, né il capogruppo del Pd a Palazzo Frizzoni, Massimiliano Serra, che dice: «Il Pd ha uno statuto che fissa regole, petizioni sotto elezioni mi paiono superflue».
Intanto, questa sera il Pd della Bassa indicherà i propri nomi per la rosa da cui poi uscirà la lista per le regionali. Il primo dovrebbe essere Graziano Pirotta, ex sindaco di Canonica d’Adda e responsabile provinciale pd per gli enti locali (all’ultimo congresso con Orlando). Il secondo nome invece è quello di Mara Carminati, segretaria del circolo del Pd di Caravaggio, ora assessore nella giunta di Claudio Bolandrini. La Carminati è considerata vicina a Sanga, così come Laura Rossoni, che potrebbe essere indicata dai renziani trevigliesi.
Caso curioso, ma forse non casuale, Rossoni e Carminati sono i nomi indicati per le liste delle Regionali — oltre a quello del consigliere uscente Mario Barboni — dalla zona della Val Cavallina e del Sebino, feudo (in particolare la Val Cavallina) di Sanga. Nelle stesse ore lunedì sera la zona di Dalmine dava il proprio sostegno a Matteo Rossi, senza esprimere altri nomi.