Orio da record, strade al collasso
Test in auto nelle ore di maggior traffico aereo: 55 minuti dal centro città al Caravaggio
Le previsioni? Circa un quarto d’ora. Invece giovedì, serata di intenso traffico aereo, ci sono voluti ben 55 minuti dal centro città fino allo scalo. Perché dallo svincolo dell’Asse interurbano fino al Caravaggio si viaggiava a passo d’uomo. Per poi raggiungere le sbarre dell’area aeroportuale e non trovare comunque un posto dove parcheggiare. Intanto le richieste di prenotazioni si impennano, per le vacanze di Natale, e i voli aumentano. Mentre Gori bacchetta Sorte sull’annuncio dei fondi per il treno per Orio.
La curiosità Oltre le sbarre dello scalo tutti imbottigliati, e il vigile si gira di fronte alle infrazioni Alla meta Davanti all’area Partenze e Arrivi non si trova un solo posto libero
L’agente di polizia locale ha tutta l’aria di chi vuole tenersi lontano dall’elevata concentrazione di monossido di carbonio delle auto che procedono a passo d’uomo, o addirittura più lentamente, su due colonne quasi ordinate, dentro l’area aeroportuale. Eppure, tutt’attorno ci sono auto fuori posto, un Suv intralcia il passaggio di un paio di utilitarie. E di automobilisti con il cellulare all’orecchio dentro l’abitacolo, ce ne sono molti, tra pedoni con il trolley che passano ovunque, ma di bacchettate e verbali nemmeno l’ombra: il vigile si gira, lascia che sia.
La coda davanti al Caravaggio di Orio al Serio è l’epilogo di un piccolo (ma non breve) test sulle infrastrutture che portano all’aeroporto. Quanto può servire, poco prima delle 21, dal centro città fino allo scalo, in una serata di denso traffico aereo? Giovedì sera, 20 dicembre, sono serviti, clamorosamente, 55 minuti, contro i 15, o al massimo i 20 previsti. Partenza in auto alle 20.35 da piazza della Libertà. Traffico nella norma, in città. Tra un semaforo e l’altro si arriva tranquillamente in via Autostrada, e si punta al rondò, per poi salire sull’Asse interurbano. Un altro chilometro ad andatura media, fino a allo svincolo per la Nuova Cremasca (la strada con le uscite per lo scalo e per Oriocenter). Anzi, già cento metri prima di lasciare l’Asse bisogna fermarsi: auto bloccate, luci dei freni accese, che si spengono giusto per percorrere una decina di metri e poi riaccendersi di nuovo. Cos’è, un incidenquillamente. te? Ci sono altre emergenze? No, un’unica grande coda che porta fino alle sbarre di ingresso dell’area aeroportuale. In colonna ci sono parecchie auto con targa che ne indica la provenienza: Milano, Brescia, Verona.
Una via quasi obbligata, di alternative ce ne sono poche e comunque parziali, chi le conosce non viene certo da fuori: arrivando dall’ex statale Cremasca ad Azzano, ad esempio, per raggiungere magari Oriocenter e poi risalire verso lo svincolo per il Caravaggio sul lato opposto a quello della coda di questo giovedì sera, ci si ritroverebbe comunque, alla fine, sull’unica strada possibile, a una corsia: via aeroporto, con semaforo, rotonda e poi sbarre. Il risultato, comunque, in questa serata di test, è che dall’Asse interurbano in poi si farebbe prima a piedi, a raggiungere lo scalo. Si procede lenti, lentissimi. E il risultato è inaspettato: ore 21.30 si entra all’aeroporto, 55 minuti dopo. Ma poi? Non si varcano le sbarre dell’International airport per parcheggiare tran- In una serata così è piuttosto evidente che l’area delimitata, fuori da Arrivi e Partenze, è insufficiente. Non c’è uno stallo libero che sia uno. Si entra per restare imbottigliati, augurandosi di non avere un parente in arrivo con troppo ritardo.
È un caso eccezionale, probabilmente, quello di giovedì sera. Con una frequenza bassa. L’incidenza dei voli, oltre che sulle orecchie di chi vive in zona, si nota anche a terra, per strada, con il trasporto privato. Da Sacbo spiegano che, di solito, «non vengono segnalate particolari difficoltà di accesso all’area aeroportuale». In effetti le auto in colonna non sono la norma, quando si va a Orio al Serio. Ma quella lunga coda dall’Asse interurbano fa pensare che più l’aeroporto crescerà, per numero di passeggeri, più il mondo attorno rischierà di restare piccolo, inadeguato: basta ricordare che la Nuova Cremasca, infrastruttura di riferimento, non ha più di 15 anni di vita. Forse il progetto del treno per Orio un giorno sarà una necessità.