Violi toglie voti a Maroni, è l’ago della bilancia
Un sondaggio Ipsos, commissionato dal Pd, dà Giorgio Gori in avvicinamento a Roberto Maroni, nella corsa a presidente della Lombardia: 37% per il sindaco di Bergamo, 43 per il governatore. Dario Violi, per il Movimento 5 Stelle, viene dato però al 20%: numeri da ago della bilancia, per l’esito delle elezioni. Intanto lo stesso Violi lavora sul territorio: ieri ha incontrato i vertici di Sacbo a porte chiuse, insieme al candidato premier grillino Luigi Di Maio.
Il sondaggio I dati Ipsos danno Maroni al 43%, Gori al 37% e Violi al 20% Ci faremo conoscere casa per casa, l’obiettivo è provare ad andare a governare. Sappiamo che è molto difficile, ma dobbiamo provarci fino alla fine perché abbiamo idee e un programma e poi abbiamo due competitor che dicono le stesse cose Dario Violi M5S
Roberto Maroni attende, la sua campagna elettorale non è ancora iniziata. I suoi due avversari, Giorgio Gori (centrosinistra) e Dario Violi (Movimento 5 Stelle) sono già in piena corsa. Il primo è alle prese con un sondaggio che lo dà lontano ma in avvicinamento rispetto al governatore leghista, l’altro impegnato in un tour dei luoghi simbolo della Bergamasca, a partire dall’aeroporto. Con lui il candidato premier grillino — quasi invisibile alla stampa —, Luigi Di Maio. E proprio il sondaggio di Ipsos, commissionato dal Pd lombardo, disegna un ruolo da ago della bilancia per Violi tra i due contendenti di centrodestra e centrosinistra.
I numeri
La pubblicazione dei risultati del sondaggio sulle Regionali, ieri su Repubblica, ha provocato qualche tensione ai vertici del centrosinistra lombardo. La fuga di notizie non è piaciuta al segretario regionale dem, Alessandro Alfieri, il cui partito ha pagato la ricerca. I numeri per altro fanno gioco quasi solo a Gori. Il sindaco di Bergamo, secondo Ipsos, è al 37%, Maroni al 43% e Violi al 20%. Numeri che dicono diverse cose. Prima di tutto che Gori è distante ma si sta avvicinando al governatore e che il suo consenso è superiore alla somma delle intenzioni di voto per le liste della sua coalizione (per ora: Pd, Lista Gori, Obiettivo Lombardia per le Autonomie, la sinistra vicina a Pisapia). L’altro dato interessante riguarda proprio Violi, che sembrerebbe migliorare il risultato dei grillini in Lombardia (al 13,6% nel 2013): secondo lo studio dei flussi elettorali due terzi dei voti del candidato cinquestelle proverrebbero da elettori che in passato hanno votato per il centrodestra. Perciò, ragiona lo staff di Gori, più sale il consenso di Violi, più si erode quello di Maroni. Tutte ipotesi da confermare, naturalmente, in cabina elettorale.
Questione Orio
E Violi sta lavorando per farsi conoscere di più. «Ci faremo conoscere casa per casa, l’obiettivo è provare ad andare a governare — dice il candidato governatore —. Non ci nascondiamo dietro a un dito: sappiamo che è difficilissimo, ma dobbiamo provarci fino alla fine perché abbiamo idee e un programma. E poi abbiamo due competitor che dicono le stesse cose in quelle poche occasioni in cui parlano di Lombardia, visto che spesso parlano solo di alleanze».
Ieri Violi ha incontrato Sacbo ed Enav negli uffici di Grassobbio, insieme al vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio. Un incontro chiesto dal Movimento 5 Stelle anche per conoscere il piano di sviluppo dello scalo. All’aeroporto, dove i due grillini avevano dato appuntamento alla stampa, è invece arrivato solo Violi. «C’è stato un problema con i voli per Di Maio — scherza il consigliere regionale —: è colpa della concorrenza, cioè di Linate, che ha frenato la presenza di Di Maio a Orio». Così dopo l’incontro a Grassobbio, il vicepresidente della Camera è partito subito per Brescia, per visitare un paio di aziende, ed è toccato a Violi spiegare come è andato l’incontro. «Abbiamo discusso del ruolo strategico che ha lo scalo ribadendo la nostra posizione sul rispetto dell’ambiente e la richiesta di fermare i voli notturni. Ma Sacbo ci ha risposto che questa soluzione dimezzerebbe l’attività legata alle piccole spedizioni», spiega Violi. Fondamentale, per il M5S, è diversificare gli aeroporti. «All’inizio — spiega Violi — si era scelto di andare a fare la minoranza a Milano ed era un problema, adesso forse si ripresenta l’occasione di ragionare con Save e soprattutto con Catullo e da questo punto di vista sicuramente non saremo noi a fare la differenza, ma Sacbo sta già ragionando bene in questi termini. Il problema è andare ad allargarsi dove si conta. Se no, evito. E Montichiari secondo noi è l’orizzonte più interessante».
A Grassobbio, Di Maio ha voluto mettere l’attenzione sulla governance degli aeroporti a livello nazionale. «È stato fatto un ragionamento sulla riorganizzazione degli aeroporti — spiega Violi —. Bisogna creare sinergie tra gli aeroporti. Noi diciamo che soprattutto le grandi infrastrutture devono rimanere in capo allo Stato, mentre le Regioni devono fare altro. Crediamo si debba anche superare la politica molto territoriale che spesso frena lo sviluppo».